La psicologia dei confini chiusi - 10 Buon viaggio!

Someone makes a halt gesture

L'incertezza causata da lockdown e chiusura dei confini ha avuto un effetto significativo sul benessere psicologico nella comunità. Source: Getty Image/ArtistGNDphotography

Questo è il decimo e ultimo episodio della serie "La psicologia dei confini chiusi", realizzata con Stefania Paolini, Professoressa Associata di Psicologia Sociale e Interculturale all’Università di Newcastle.


La serie "La psicologia dei confini chiusi" ha esplorato in 10 puntate l'impatto dei lockdown e della chiusura dei confini in Australia, con particolare attenzione alle diverse comunità linguistiche e culturali.

In questo episodio conclusivo Stefania Paolini, professoressa associata di Psicologia Sociale e Interculturale all'Università di Newcastle, commenta una parola chiave da ciascuno dei podcast della serie, per offrire un piccolo "manuale di sopravvivenza" per questi ultimi mesi di confini chiusi.

Tutti i podcast rimangono accessibili e possono essere ascoltati cliccando sui link contenuti in questo articolo.

1 Colour blindness

Le istituzioni mettono in atto delle misure applicandole in modo uguale a tutti. Questo dà un'impressione di omogeneità e uguaglianza, ma maschera l'impatto qualitativamente diverso nei vari gruppi umani. Il lockdown a casa, per esempio, può essere più pesante per i ceti sociali bassi, con meno spazi a disposizione.

2 Le aspettative

Il COVID-19 ha messo sottosopra tutte le nostre aspettative, lo strumento che pensiamo ci aiuti a controllare il futuro. Si presenta quindi una buona opportunità per dedicarsi all'essere nel presente, nell'oggi e dimenticare per un momento quello che si sarebbe voluto fare domani.

3 Le bolle

Siamo tutti concentrati nella nostra visione egocentrica del mondo, e questo è vero anche per le nostre reazioni al COVID-19. Come noi viviamo nella nostra bolla, così fanno gli altri. Se tutti portassimo in piazza la nostra croce, una volta viste quelle altrui, è probabile che torneremmo a casa con la nostra.

4 La luna di miele

Il rapporto tra migrante e paese ospitante ricorda la vita matrimoniale e, ad un momento romantico e idealista, ne segue uno che ammette realisticamente i limiti e le potenzialità della relazione. Si può superare la crisi e perseverare, creando una fusione più matura tra le nostre identità, quella originaria e quella acquisita, per costruire un rapporto a lungo termine.

5 Self-anchoring

Come fanno i bambini, ci capita di presupporre che il modo in cui gli altri percepiscono il mondo coincida con il nostro. Filtriamo l'esperienza degli altri tramite la nostra come autodifesa, affidandoci a quello che conosciamo per non confrontarci con l'ignoto. Di questi tempi è ancora più importante ascoltare veramente ed essere lì, presenti, senza la presunzione di insegnare o dover riparare nulla.

6 La videochat

Nonostante la saturazione, la videochat rimane un sostituto prezioso per i rapporti che non possiamo portare avanti come vorremmo. È un grande sostegno al nostro benessere psicologico, se la utilizziamo come un'opportunità per presentarci agli altri, per quello che siamo, completamente.

7 Raccontarsi

Gran parte del nostro benessere psicologico si basa sulla capacità di costruire storie di come siamo arrivati ad essere quello che siamo, per noi stessi e nel rapporto con gli altri. Ci fa bene, ci dà un senso di coerenza e di organizzazione per la nostra vita. Da questo storytelling nei tempi del COVID-19 usciremo arricchiti, più interi e quindi più felici.

8 La cura

Istintivamente pensiamo al guarirsi, a riparare qualcosa che è rotto. È importante invece prendersi costantemente cura del sé in modo amorevole, come vorremmo che gli altri si prendessero cura di noi. Questo tempo di restrizioni fisiche e di movimento è ideale per rallentare un po' e dedicarci alle cose più fondamentali per noi e i nostri cari.

9 Il cambiamento

La pandemia, con tutti i cambiamenti sulla nostra vita sui quali non abbiamo controllo, contiene una lezione. La vita, fisica e interiore, è in continuo cambiamento: invecchiamo, ci ammaliamo, moriamo. Abbracciare l'idea del cambiamento non come qualcosa da temere ma qualcosa di intrinseco alla vita può avere un impatto rivoluzionario sulla nostra esistenza.

10 Grazie

Io sono un'ottimista a livello fondamentale. Io ci credo veramente, a livello individuale e sociale questa esperienza di crisi ed emergenza può produrre cose bellissime, se attiviamo l'occhio e il cuore giusto. Qualcosa di buono può nascere da tutto questo.
Stefania Paolini
Stefania Paolini, professoressa associata di Psicologia Sociale e Interculturale all'Università di Newcastle. Source: Stefania Paolini
Ascolta l'intervista a Stefania Paolini:
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La psicologia dei confini chiusi - 10 Buon viaggio!

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18:20
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