Il capo di Rio Tinto Jean-Sebastien Jacques, il capo del dipartimento che si occupa dell'estrazione del ferro Chris Salisbury e il capo degli affari aziendali Simone Niven lasceranno l'azienda entro il prossimo anno.
La compagnia ha detto che le dimissioni sono avvenute per "mutuo accordo".
Nel corso dell’espansione della sua miniera di ferro nel Western Pilbara, nel maggio scorso Rio Tinto ha fatto saltare in aria dei rifugi rocciosi aborigeni risalenti a 46 mila anni fa a Juukan Gorge.
Questi siti avevano un'importanza storica e culturale profonda. I rifugi erano gli unici siti nell’entroterra australiano che provavano l'occupazione umana continuativa durante l’ultima era glaciale.
"Quello che è successo a Juukan è stato un grosso errore e vogliamo garantire che la distruzione di un sito di tale eccezionale importanza archeologica e culturale non avvenga mai più in un'operazione di Rio Tinto", ha detto il presidente di Rio Tinto Simon Thompson.
"Siamo anche determinati a riconquistare la fiducia del popolo Puutu Kunti Kurrama e Pinikura e di altri Traditional Owners".
Il mese scorso, Rio ha tagliato i bonus a breve termine dei tre dirigenti per la distruzione avvenuta a maggio degli antichi rifugi rocciosi, considerati luoghi sacri dai custodi tradizionali aborigeni.
Il National Native Title Council ha accolto con favore i tre licenziamenti, dicendo che dimostrano che la direzione di Rio Tinto è "pronta a fare il primo passo cruciale verso l'accountability".
"Penso che siamo tutti d'accordo sul fatto che le misure iniziali decise dal consiglio di amministrazione di Rio di taglio dei bonus dei dirigenti non fossero sufficienti", ha detto Jamie Lowe, CEO e uomo di Djabwurrung Gunditjmara.
"Diversi milioni di dollari di mancati guadagni sono una goccia nell'oceano per questi individui, i cui errori di governance e decisioni calcolate hanno derubato l'Australia e i proprietari tradizionali di un luogo del patrimonio mondiale".
La decisione di venerdì segue mesi di crescenti pressioni da parte di gruppi aborigeni, azionisti e funzionari governativi.
La compagnia aveva approvato l'esplosione, ma le prove successive indicavano che i proprietari tradizionali non avevano fornito un consenso informato.
Rio ha ammesso di aver ignorato le informazioni chiave sul significato culturale dei siti e di non aver informato la PKKP Aboriginal Corporation di aver esaminato altre opzioni per espandere la sua miniera che non comportassero la distruzione dei rifugi rocciosi.
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