Il JobKeeper non serve più? Lo chiediamo alla comunità italoaustraliana

A person is seen walking closed retail store in Melbourne, Wednesday, November 4, 2020.

A person is seen walking closed retail store in Melbourne, Wednesday, November 4, 2020. Source: AAP Image/James Ross

Dopo aver offerto un vitale sostegno ad aziende e tantissimi lavoratori e lavoratrici rimasti a casa durante la pandemia, il sussidio JobKeeper è stato sospeso dal fine settimana scorso.


Si stima che circa 960 mila lavoratori e 370 mila imprese commerciali abbiano usufruito di questo sostegno economico. 

Il ministro del tesoro Josh Frydenberg ha dichiarato che il programma era una misura temporanea che non sarebbe sostenibile proseguire indefinitamente, e ha ricordato che ci sono altri programmi disponibili.
You see we can't keep spending borrowed money forever and this is a program that was always temporary. It was initially for six months. We extended it for another six months. It has to come to an end but there are other programs that are in place.
Renata Musolino, sindacalista al Victorian Trades Hall e health and safety organiser, sottolinea l'importanza che JobKeeper ha avuto per tenere a galla molte persone, ma osserva che in molti settori gli effetti negativi della pandemia si vedono tuttora.

"In certi settori ci sono difficoltà enormi, si vedono [per esempio] tantissimi ristoranti chiusi che probabilmente non riapriranno. Anche l'aviazione, gli alberghi, il turismo... tutti questi settori stanno soffrendo", dichiara Musolino.

Uno dei settori che ancora non vedono possibilità di ripresa è quello del turismo. I confini internazionali sono ancora chiusi, formalmente fino al 17 giugno, probabilmente lo resteranno anche oltre.
Bianca Bonino lavorava da anni come guida, "ho lavorato per 13 anni, 12 se non si considera l'ultimo anno di stop forzato, in New South Wales".

Con la sospensione del JobKeeper Bianca Bonino dovrà affrontare parecchie difficoltà, come molte sue colleghe e colleghi del settore del turismo.

"Dovrò incominciare a pescare nei miei risparmi. Abbiamo ridotto le spese all'osso (...) ho trovato un piccolo lavoretto, ma guadagno forse un quarto di quello che guadagnavo come guida turistica", spiega Bonino.

Un altro settore che ha subito i duri effetti della pandemia è quello della ristorazione. A Melbourne, in particolare, i lockdown prolungati del 2020 hanno lasciato il segno, come ci spiega il ristoratore Johnny Di Francesco, che nonostante i sussidi ha perso moltissimi dipendenti.
"Durante il lockdown abbiamo perso quasi 300 dipendenti, adesso stiamo cercando di rebuild, ricostruire il nostro team".

Nonostante la vita sia ritornata quasi alla normalità a Melbourne, Johnny Di Francesco sottolinea che la ripresa del suo settore non può essere immediata, e che la cessazione dei sussidi si tradurrà anche in un minor numero di persone che andranno a mangiare fuori.

"I primi due mesi [dopo il lockdown] le persone uscivano un sacco", racconta, "adesso che il JobKeeper finisce le persone fanno un po' più attenzione a quello che spendono".

Jorge Viegas ha lavorato per 32 anni nel settore del turismo ricettivo in Australia, e per sua fortuna, sottolinea, è in pensione dal 2019.

In quanto esperto del settore vede però con preoccupazione gli effetti di lungo termine che la pandemia potrebbe avere sul turismo australiano, un settore relativamente giovane ma fondamentale per l'economia australiana.

"Credo che il turismo in Australia riprenderà, ma sarà un processo molto lento e difficile".

Moltissime persone che lavoravano nel settore del turismo in Australia hanno dovuto trovare altri lavori per sbarcare il lunario, spiega Jorge Viegas.
Un'iniziativa del governo a sostegno del turismo:

Biglietti aerei scontati: un'iniziativa positiva per il turismo interno?

Ricostruire il tessuto produttivo di questo settore quando riapriranno i confini e torneranno i turisti internazionali non sarà un processo immediato. Viegas fa l'esempio delle guide turistiche.

"Il lavoro di trovare guide che conoscano bene la destinazione è stato un processo molto duro, lungo e difficile. Oggi queste guide veramente professionali hanno dovuto trovare altri lavori", spiega.

"Facciamo un esempio: tra un anno, tra sei mesi, magari ci sarà la possibilità di tornare a lavorare nel turismo, ma non so se queste persone torneranno a lavorare in un settore che è stato un po' ingrato".

Fanno eco alle sue parole quelle di Bianca Bonino, che sottolinea come togliere il sostegno a chi lavora nel turismo ora sia prematuro e pericoloso, non solo per l'impatto sui singoli lavoratori ma per l'impatto su tutto il settore.
"Non è un'industria che andava male, stava fiorendo. Non puoi aiutarci per un anno e poi toglierlo all'improvviso", dichiara Bonino, aggiungendo con amarezza: "tanto valeva farci chiudere subito".

Jorge Viegas ritiene che una qualche forma di maggiore sostegno sarebbe dovuta restare.

"JobKeeper è fondamentale, è la garanzia che quando il turismo riprende noi non siamo indietro rispetto agli altri Paesi. Io credo che questa sarà una situazione molto difficile da recuperare".

La sindacalista Renata Musolino ricorda per parte sua che i sindacati hanno chiesto una forma di assistenza per chi ancora si trova in difficoltà avendo perso il lavoro.

Ascolta il servizio a cura di Magica Fossati, letto da Massimiliano Gugole e Carlo Oreglia:
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Il JobKeeper non serve più? Lo chiediamo alla comunità italoaustraliana

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09:50
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