Il primo ministro Scott Morrison ha difeso la decisione di non chiudere le scuole in Australia per contenere la diffusione del coronavirus.
Martedì mattina, in una conferenza stampa, Morrison ha annunciato il divieto di riunioni al chiuso di oltre 100 persone.
Ma ha affermato che le autorità sanitarie ritengono che sia meglio che le scuole rimangano aperte, per evitare di perdere il 30% del personale sanitario che dovrebbe rimanere a casa a prendersi cura dei propri figli.
"Questo metterebbe a rischio la vita delle persone", ha dichiarato Morrison.
"Pensiamo da genitori, in questa materia", ha detto.
"È nell'interesse della nazione tenere le scuole aperte e questo non sarà a discapito della salute dei bambini", ha affermato Morrison.
Chiudere le scuole ora significherebbe che dovrebbero rimanere chiuse per almeno sei mesi, ha dichiarato il primo ministro, causando gravi problemi nel settore dell'istruzione.
Morrison ha anche paragonato la decisione dell'Australia alla politica di Singapore, che non ha chiuso le scuole ma è finora riuscito a evitare un aumento significativo nei casi di COVID-19.
Ma dei commentatori hanno rapidamente sottolineato che mentre le scuole di Singapore sono rimaste aperte, gli studenti sono stati sottoposti a controlli sanitari giornalieri e controlli della temperatura e sono stati rimandati a casa nel caso mostrassero dei sintomi - tutte misure che non sono state implementate in Australia.
Hassan Vally, epidemiologo e professore associato di sanità pubblica presso l'Università di La Trobe, ha spiegato a SBS News che la decisione di chiudere le scuole avrebbe probabilmente una serie di "conseguenze indesiderate" che il governo deve prendere in considerazione.
"Bisogna prendere tale decisione [di chiudere le scuole] con molta cautela e farlo solo quando sia assolutamente necessario ", ha dichiarato Vally.
"Se non ci fossero altri fattori da prendere in considerazione e nel caso si avesse una forza lavoro nel settore sanitario illimitata, allora sì, chiudere le scuole per due settimane o per un mese sarebbe saggio", ha aggiunto.
Un certo numero di genitori ha deciso nei giorni passati di tenere i propri figli a casa in vista dell'emergere di nuovi casi di coronavirus, ora 454 in tutta la nazione.
Ma il primo ministro ha ammesso di preferire che le sue due figlie vadano a scuola.
"Vi sto dicendo che, come padre, sono felice che le mie figlie vadano a scuola", ha dichiarato.
"C'è solo una ragione per cui i vostri figli non dovrebbero andare a scuola, ed è se non si sentono bene", ha aggiunto.
Molti medici australiani hanno richiesto la chiusura immediata delle scuole per 3-4 settimane in tutta la nazione, in una lettera aperta inviata al ministro della sanità Greg Hunt la scorsa settimana e resa pubblica martedì.
La lettera, scritta dal GP del Western Australia Hemant Garg e firmata da oltre un migliaio di dottori, dice: "Sembra che i medici australiani concordino che sul fatto che sia opportuno intraprendere immediatamente misure ad ampio raggio per ridurre il tasso di trasmissione di questo virus nella popolazione più ampia".
Il dott. Vally ha spiegato che chiudere le scuole ora sarebbe un "grosso problema", e che sarebbe difficile giustificare la loro riapertura in un secondo momento.
Secondo l'UNESCO, 102 paesi hanno chiuso le scuole a livello nazionale a seguito della pandemia di COVID-19, lasciando a casa circa 850 milioni di studenti.
Più di 196.000 casi COVID-19 sono stati finora confermati in tutto il mondo. Di questi, circa 80.000 sono guariti e oltre 7.800 sono morti
Come annunciato mercoledì mattina, solo le persone che sono recentemente tornate da un viaggio all'estero o sono state in contatto con un caso confermato di COVID-19 e hanno manifestato sintomi entro 14 giorni dal ritorno sono invitati a sottoporsi al test.
I sintomi del coronavirus possono variare da una lieve malattia alla polmonite, secondo il sito Web del governo federale, e possono includere febbre, tosse, mal di gola, affaticamento e fatica a respirare.
Se ritenete di aver contratto il virus, chiamate il vostro medico invece di recarvi al centro medico di persona, o contattate la hotline nazionale sul Coronavirus al numero 1800 020 080. Se fate fatica a respirare, chiamate il numero 000.