"Una pizzeria itinerante la nostra risposta alla chiusura dei ristoranti"

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Il team della pizzeria "Trulli". Source: Supplied

Prima gli incendi e poi il COVID-19 hanno portato ad un totale blocco del turismo nella regione del Gippsland, nel Victoria. Ecco come Francesco Laera ed il suo team si sono ingegnati per andare avanti.


Francesco Laera è un imprenditore italo australiano che fino a fine marzo gestiva quattro attività di ristorazione a Meeniyan, una località in una delle zone più turistiche dello stato del Victoria, a sud della regione del Gippsland, tra Philip Island ed il parco naturale di Wilsons Promontory. 

Le sue attività vanno avanti da otto anni. 

“Oggi il turista non esiste più”, ha detto Francesco Laera a SBS Italian. 

“[Il turismo] era già stato decimato dall’emergenza incendi, ma tutto sommato avevamo cominciato a riprenderci perché c’era stata una late summer — ma poi è arrivato il virus.”
Il 22 di marzo il governo federale ha ordinato la chiusura di tutte le attività non essenziali, inclusi ristoranti, club e pub. Pizzerie, bar e gelaterie possono fare solo il take-away. 

“Da un giorno all’altro ti trovi senza business. Avevamo un ristorante e non ce l'abbiamo più, avevamo due gelaterie e non le abbiamo più, avevamo un deli, e non lo abbiamo più".

"Tutto è sparito overnight e quindi abbiamo dovuto reinventarci", ha aggiunto il ristoratore. 
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Francesco Laera davanti al forno a legna mobile. Source: Supplied

"Cercherò di pagarvi lo stipendio con i miei soldi"

Inizialmente la pizzeria Trulli di Meeniyan è rimasta aperta offrendo solo il servizio take-away, ma è andata male. 

“Abbiamo perso il 90% del nostro business”, ha spiegato Francesco. 

“Ci siamo trovati tutto d’un tratto senza clienti, che significa no introiti. Ho parlato con il mio team e ho detto loro: 'Cercherò di pagarvi lo stipendio finché posso con i miei soldi personali'”.

La pizzeria Trulli è diventata un forno trasportabile su un trailer che percorre ogni settimana centinaia di chilometri nel sud della regione del Gippsland.

“La domenica del 22 marzo hanno fatto chiudere i ristoranti e io il lunedì sono andato a Melbourne per comprare un forno e abbiamo a cominciato a fare pane, croissant e pasticceria italiana", ha raccontato Laera.  

Visto che la gente non viene al ristorante, andiamo noi dalla gente... Abbiamo pensato: ‘in una situazione d’emergenza per tutti, il nostro lavoro è fare cibo, e sicuramente la gente avrà bisogno di pane. Non esiste più il fine dining”.
Questa soluzione ha permesso a Laera di tenere i suoi dipendenti.

"Questo set-up ci ha permesso di portare avanti il business in modo da pagare gli stipendi e il minimo indispensabile per portare avanti il team che lavora con noi.” 

Laera ha un team di nove persone, tutte immigrate dall’Italia ed ora in Australia con un visto temporaneo, motivo per cui non possono accedere a JobKeeper.

“Quindi mi sono dovuto rimboccare le maniche il più possibile in modo tale da poter mandare avanti questi membri del team che sono fondamentali alla sopravvivenza del business”, ha spiegato ancora l'imprenditore.

"Mi sento in dovere di garantire un futuro ai miei dipendenti"

Nell’Australia rurale la manodopera nel settore della ristorazione scarseggia, spiega Laera. 

“Tutti se ne vanno nelle grandi città. Le persone qui diventano idraulici, elettricisti, lavorano in campagna, io non ho persone a cui accedere. Quando pubblico un annuncio di lavoro magari mi risponde una persona ogni sei mesi”. 

“Ho gente che ha lasciato la famiglia in Italia per venire a provare a lavorare con noi. Si sono trovati bene e poi la famiglia dall’Italia li ha raggiunti qui".

"È gente che ha creduto in noi nel corso di questi anni. Persone che hanno cambiato il loro stile di vita e hanno deciso di trasferirsi in Australia per noi, e quindi mi sento in dovere di garantirgli un futuro", ha spiegato Laera.
"È bello avere successo come imprenditori, ma non ci possiamo dimenticare delle persone che lavorano con noi, perché da solo non sarei mai arrivato da nessuna parte”. 

“[Il fatto] che il governo non possa mantenerli significa che adesso tocca a me pensare a loro. È il mio momento di give back quello che loro hanno dato a me — la fiducia”. 

Francesco Laera è un cittadino australiano e sul sussidio di JobKeeper ha delle perplessità. 

Il governo federale ha confermato questo mese che il sussidio JobKeeper non è disponibile per i titolari di un visto temporaneo. 

“Ho avuto mixed emotions. Ero felice perché, come nazione, il fatto che l’Australia dia uno stimolo del genere ai propri cittadini è incredibile”.

Ma al tempo stesso Laera ha trovato ingiusto che l'accesso a JobKeeper sia stato negato ai residenti temporanei, che spesso all'Australia danno molto, soprattutto tramite il loro lavoro. 

“I visti che facciamo per ogni persona che assumiamo costano una marea di soldi e questi soldi vanno al governo australiano... Quindi siamo dei promotori attivi nel business australiano. Con l’immigrazione portiamo soldi e ne portiamo tanti", ha dichiarato Laera. 

"Ogni persona che è in Australia con un visto paga le tasse come un australiano, quindi ti trovi a chiederti: al momento di pagare le tasse siamo tutti uguali e al momento di prenderli siamo diversi?”, chiede Laera.
Le persone in Australia devono stare ad almeno 1,5 metri di distanza dagli altri. Controllate le restrizioni del vostro stato per verificare i limiti imposti sugli assembramenti.

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La app di tracciamento del coronavirus del governo federale COVIDSafe è disponibile e può essere scaricata dall’app store del vostro telefono.

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