Numero di immigrati in Australia, più poteri agli stati

Il governo federale sta pensando di concedere agli stati maggiore discrezionalità sul numero di migranti da accogliere ogni anno.

Crowd in Sydendy

Source: pexels.com/Michael Pearl

Mentre diverse città australiane continuano a trovarsi alle prese con problemi legati al traffico in aumento e all'enorme pressione sulle infrastrutture, anche il dibattito sull'immigrazione nel paese è caratterizzato da problematiche e messaggi contrastanti.

Per cercare di venire incontro alle diverse esigenze degli stati, il governo Morrison starebbe considerando l'ipotesi di modificare le politiche di immigrazione, dando un ruolo più attivo proprio agli stati.

Secondo il quotidiano The Australian, i possibili cambiamenti sarebbero stati discussi ai più alti livelli del governo.

Il primo ministro Scott Morrison ha dichiarato a Sky News che un tentativo del genere era già stato provato in passato, ma si era risolto in un nulla di fatto.

Morrison ha inoltre descritto questa iniziativa come “un esempio lampante di buon senso”.

Il governo federale ha al momento in vigore un limite annuale di 190mila unità per visti professionali o familiari.
Secondo le modifiche in discussione, verrebbe richiesto agli stati di fornire al governo federale il numero di migranti professionisti da ammettere in base alle proprie esigenze.

In più i governi statali avranno l'onere di dimostrare che le loro infrastrutture sono sufficientemente adeguate per accogliere i nuovi residenti.

Il governo federale però, ha precisato il primo ministro, avrà l'ultima parola sul numero totale di persone che potranno mettere piede in Australia.
“The Commonwealth Government, the Australian Government, will always set our migration rates”. Scott Morrison
Morrison ha confermato che il tetto alla migrazione permanente sarà ancora stabilito in base alla richiesta di professioni, ma che dovrà basarsi sulle capacità di ogni stato o territorio di poter assorbire i nuovi arrivi.

Queste proposte non sono del tutto una novità, come ha precisato un ex segretario al Dipartimento d'Immigrazione.

Secondo Abul Rizvi diversi visti professionali vengono già distribuiti in base alle esigenze degli stati da ormai una decina d’anni. Il Dipartimento d’Immigrazione stipula con gli stati un piano d’azione tenendo in considerazione i posti di lavoro disponibili.

Il numero di immigrati permanenti in Australia è precipitato al livello più basso da dieci anni a questa parte, con il conferimento di visti per 163mila migranti.

Rizvi ha dichiarato che se il governo è preoccupato per il congestionamento delle città e la mancanza di infrastrutture, dovrebbe concentrarsi sull'immigrazione in generale, non solo su chi fa domanda di un visto permanente.
"That's what you've got to focus on, net overseas migration, because that's really the actual people arriving and departing. They're the people impacting on congestion, infrastructure demands, service delivery, those sorts of things." Professor Jock Collins
Jock Collins, studioso di immigrazione per la scuola di business della University of Technology di Sydney, ha confermato che coinvolgere gli stati più a fondo sulle decisioni che riguardano l'immigrazione si è rivelato un successo in altre parti del mondo.


Il professor Collins ha ribadito che è del tutto ragionevole rendere gli stati i protagonisti principali nelle decisioni su dove allocare i migranti e su chi ha le strutture necessarie per accoglierli, citando l’esempio delle province del Canada, che da decenni decidono il numero degli immigrati di cui hanno bisogno in maniera indipendente dal governo federale.
"The idea that the states should play some role is maybe radical in Australian terms, but certainly not in terms of global terms. For example, Canada.” Professor Jock Collins
Allo stesso tempo rendere esecutive queste nuove politiche di immigrazione può essere alquanto complesso, con diversi dubbi su come strutturare l’impianto.

Il ministro degli interni Peter Dutton ha dichiarato che tenere conto dei continui cambiamenti delle esigenze degli stati aiuterà il governo federale a capire come meglio distribuire le risorse negli anni a venire.

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Published

Updated

By Carlo Oreglia, James Elton-Pym, Amelia Dunn


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