Secondo il ministro dei Government Services Stuart Robert, l'app, sebbene non obbligatoria, è uno strumento cruciale per aiutare il governo ad allentare le restrizioni imposte per il contenimento del coronavirus, e aiuterà le persone
Tuttavia, gli esperti di tecnologia e diritti civili hanno sollevato una serie di preoccupazioni sulla privacy relative alla app e ai dati che raccoglierà.
Lunedì, che esorta i governi a prendere in considerazione soltanto le app che utilizzano dei sistemi di raccolta dei dati soggetti a controllo pubblico e che sono progettate in modo da garantire il rispetto della privacy.
Alcuni esperti hanno dichiarato parlando a The Feed che il governo australiano non ha ancora rilasciato abbastanza informazioni sulla app per far dissipare tali preoccupazioni.
Ecco che cosa si sa, e che cosa non si sa a riguardo.
Come funziona questa app?
L'app del governo australiano si baserà su un'app chiamata TraceTogether, attualmente in uso a Singapore.
Non sappiamo ancora quanto l'app australiana sarà diversa da questa, ma le interviste rilasciate dal ministro Robert la scorsa settimana indicano che funzionerà in modo simile a quella in uso a Singapore.
TraceTogether tiene traccia delle persone con le quali i suoi utenti sono stati in stretto contatto fisico, in modo che nel caso uno di questi risultasse positivo al COVID-19 sarebbe più facile rintracciare altre persone che potrebbero essere state esposte al virus.
L'app usa il Bluetooth, lo stesso protocollo wireless che si usa usare per connettere il telefono a un set di altoparlanti o cuffie.
Fondamentalmente, quando TraceTogether è installata sul telefono, utilizza Bluetooth per trovare e registrare un elenco di altri telefoni intorno sui quali è anche installata TraceTogether.
Tutti questi dati vengono crittografati e archiviati in modo sicuro sul telefono per 21 giorni.
Nel caso venga diagnosticato a uno/a degli utenti il COVID-19, l'app richiede il consenso per caricare quei registri crittografati su un server centrale, che è in grado di decrittografare i dati e trovare i dettagli dei contatti con tutti gli altri utenti dell'app che si sono incontrati nelle ultime tre settimane.
Le autorità sanitarie possono quindi contattare quelle persone per far sapere loro che sono state potenzialmente esposte al coronavirus.
L'app segue la posizione dell'utente?
La app non rintraccia la posizione tramite GPS.
I dati raccolti mostrano con chi si è stati in stretto contatto di recente e per quanto tempo, ma non mostra dove ci si è incontrati.
L'app registra i contatti solo quando gli utenti trascorrono più di 15 minuti a meno di 1,5 metri l'uno dall'altro.
È obbligatorio usare questa app?
Il primo ministro Scott Morrison ha confermato che non sarà obbligatorio installare l'app.
Tuttavia, il governo sta cercando di incoraggiare cittadine e cittadini australiani a usarla, perché per essere efficace bisogna che sia usata da almeno il 40 percento della popolazione.
Il ministro dei Government Services Stuart Robert ha detto all'ABC lunedì di essere ottimista sul fatto che gli australiani accoglieranno positivamente l'app in un momento di solidarietà, di "Team Australia".
Ma vari australiani, tra cui , hanno sollevato preoccupazioni sulla protezione della privacy.
Protezione della privacy
Numerosi esperti tecnici e legali hanno espresso preoccupazioni sulla protezione della privacy a riguardo dell'app proposta dal governo.
Lunedì, il presidente del Law Council of Australia Pauline Wright ha dichiarato che il consiglio "è preoccupata per il fatto che non sono stati ancora forniti una serie di importanti dettagli chiave perché gli australiani possano acconsentire ad usare questa app, sapendo a priori come i loro dati verranno raccolti e utilizzati".
In breve, rimangono alcune grandi domande a cui rispondere su come verranno archiviati e utilizzati i dati raccolti dall'app: quali dati verranno archiviati, chi avrà accesso, dove verranno archiviati, per quanto tempo verranno conservati e a cosa serviranno una volta terminata la pandemia?
Il professor Dali Kaafar è il chief scientist dell'Opus Macquarie Cyber Security Hub. All'inizio di aprile, lui e un gruppo di ricercatori australiani hanno valutato alcuni dei problemi posti da TraceTogether e .
I ricercatori hanno scoperto che mentre TraceTogether riesce a mantenere privati i dati da altri utenti che anche l'hanno scaricata, e da chiunque cerchi di hackerare il telefono, l'app non garantisce privacy dall'autorità centrale a cui vengono inviati i dati - in questo caso, il governo.
Il professor Kaafar ha dichiarato a The Feed che il problema deriva dalla grande quantità di informazioni disponibili per l'autorità centrale che riceve i dati dall'applicazione.
Secondo Kaafar, nel corso del tempo, quell'autorità centrale sarà in grado di creare un "grafico sociale" piuttosto dettagliato per migliaia di persone: un'immagine di tutte le persone con cui si trascorre del tempo e per quanto.
"L'autorità responsabile di questa app conoscerà il grafico sociale di forse migliaia o centinaia di migliaia di persone", ha spiegato il professor Kaafar, sottolineando che queste informazioni non sono anonime. L'autorità centrale ha accesso ai numeri di telefono e alle identità di ogni persona su quel grafico.
"L'unica informazione che non abbiamo necessariamente è la posizione".
"Potremmo non sapere dove si sono incontrati, ma sappiamo che si sono incontrati".
"Quindi la preoccupazione generale è che questa tecnologia possa essere utilizzata in seguito come strumento di sorveglianza di massa", ha concluso Kaafar.
Ecco perché è così importante che il governo fornisca delle risposte chiare ad alcune di queste altre domande: chi, cosa, quando, dove e perché, ha spiegato il professor Kaafar.
Ad esempio, gli australiani devono sapere dove vengono archiviate queste informazioni e chi può accedervi.
Avere tutti questi dati, secondo il professor Kaafar, "crea un'enorme responsabilità nel garantirne la sicurezza".
Se qualcuno entrasse nel server che detiene queste informazioni, verrebbe persa un'enorme quantità di informazioni", ha aggiunto.
Anche nel caso il server non venisse mai hackerato, sarebbe comunque importante sapere chi avrà esattamente accesso legittimo a questi dati.
Il ministro Robert ha affermato che "nessuna agenzia del Commonwealth vedrà questi dati, che potranno essere utilizzati soltanto da un funzionario sanitario statale".
Ma non è chiaro chi siano questi "funzionari sanitari statali" e quale tipo di accesso avranno.
Gli esperti vorrebbero inoltre ricevere delle garanzie su quando esattamente questi dati verranno cancellati.
"Possiamo garantire che se le persone non disinstallano questa app dopo la pandemia, il governo non continuerà a utilizzare questi dati per scopi diversi?"
Questo è un problema noto come "mission creep" - l'idea che una tecnologia sviluppata originariamente per uno scopo specifico, come arrestare una pandemia, potrebbe finire per essere utilizzata per tutti i tipi di altre cose per le quali non è mai stata concepita, ha detto il professor Kaafar.
Infine, agli utenti dovrebbe venire data l'opportunità di acconsentire all'uso dei loro dati prima di scaricare l'app. "Ciò significa essere completamente informati su quali dati si stanno inviando, chi li sta ricevendo e a cosa servono", ha spiegato.
Come ha risposto alle critiche il governo australiano?
Il governo australiano ha compiuto alcuni passi per affrontare queste critiche.
Innanzitutto, ha annunciato che il Privacy Commissioner sta conducendo una valutazione dell'impatto dell'app sulla sulla privacy, che sarà disponibile al pubblico alla fine di questa settimana.
Il ministro Robert ha anche promesso che il codice sorgente dell'app sarà reso pubblico, "quindi ogni università, ogni azienda tecnologica, qualsiasi cospiratore potrà analizzare il codice e vedere che stiamo raccogliendo esattamente solo ciò che diciamo che stiamo raccogliendo".
Tuttavia, mercoledì il ministro della Sanità Greg Hunt ha chiarito che non tutto il codice sorgente sarà reso disponibile, suscitando preoccupazioni da parte di vari esperti.
Il ministro Robert ha anche affermato che i dati raccolti dall'app verranno eliminati su base continuativa per 21 giorni e ha suggerito che il database centrale di informazioni verrà eliminato una volta terminata la pandemia.
Tuttavia, finora il governo non ha fornito le garanzie chiare e le informazioni richieste dagli esperti, come una garanzia ferma su esattamente quando l'app e i suoi dati verranno eliminati ed esattamente per cosa verranno utilizzati.
Il governo non ha risposto alle domande dettagliate di The Feed su questi punti, riferendosi invece alle recenti interviste del Ministro Robert.
"In questo caso, mentre ora c'è la promessa di non rendere obbligatoria l'app, la base di questa promessa non è chiara, così come la natura dell'app, dove sono archiviati i dati, quando è possibile l'identificazione e come potrebbe interferire con il funzionamento del telefono", ha affermato David Vaile, che lavora nella protezione dei dati e nella sorveglianza presso l'Allens Hub for Technology, Law and Innovation presso UNSW.
"Questo è particolarmente preoccupante, ha detto Vaile, "dati i fallimenti passati del governo su questioni riguardanti la tecnologia e la privacy, come la questione intorno a che ha visto i dati degli australiani aggiunti al sistema a loro insaputa, mentre il governo
"La fiducia è garantita solo se l'altra parte è degna di fiducia", ha aggiunto Vaile.
Fino a quando non saranno disponibili informazioni chiare e dettagliate, gli esperti avvertono che sarà difficile convincere il pubblico a fidarsi delle app di tracciamento del coronavirus.
E se non abbastanza persone si fidano abbastanza di una app, semplicemente non funzionerà.
Scopri come "la curva epidemica" si sta modificando in Australia giorno per giorno con questo grafico interattivo creato da SBS Labs, che mostra il numero di casi attualmente positivi, guariti, morti e casi totali dal primo rilevamento a oggi, stato per stato.
Le persone in Australia devono stare ad almeno 1,5 metri di distanza dagli altri e gli incontri devono essere limitati a due persone, a meno che non si sia con un membro del proprio nucleo familiare o abitativo.
Se ritenete di aver contratto il virus, invece di recarvi dal medico di persona, chiamatelo telefonicamente, oppure contattate la hotline nazionale per le informazioni sul Coronavirus al numero 1800 020 080.
Se fate fatica a respirare o vi trovate in un'emergenza, chiamate il numero 000.
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