Un gruppo di sette importanti scienziati ha lanciato l'allarme, ammonendo che la Terra si sta avvicinando a nove importanti punti climatici di non ritorno.
Questi includono la morte dei coralli nella Grande Barriera Corallina, l'ampia perdita di ghiaccio marino e calotte glaciali artiche in Groenlandia e Antartide, lo scongelamento del permafrost e la distruzione delle foreste boreali nelle aree ad alta quota e nella foresta pluviale amazzonica.
Ad esempio, il crollo delle principali calotte glaciali della Groenlandia e dell'Antartide porterebbe a circa 10 metri di innalzamento irreversibile del livello del mare, spiegano gli autori dell'.
Non appena uno o due equilibri fondamentali come questi vengono rovesciati, innescano il sovvertimento degli altri.
"Non appena uno o due equilibri fondamentali come questi vengono rovesciati, innescano il sovvertimento degli altri", ha affermato Will Steffen, esperto di clima all'Australian National University di Canberra.
"Temiamo che possa diventare impossibile impedire a tutta la fila di domino di ribaltarsi, innescando una serie di eventi che potrebbe minacciare l'esistenza delle civiltà umane,” ha aggiunto Steffen, che è uno degli autori.
Ciascuno di questi punti di non ritorno potrebbe innescare rilasci enormi e incontrollabili di carbonio nell'atmosfera da dove era stato precedentemente immagazzinato sulla Terra.
Ciò, a sua volta, accelererebbe il riscaldamento e l'ulteriore destabilizzazione di altre calotte glaciali.
I punti di non ritorno sono stati identificati due decenni fa e inizialmente si pensava che sarebbero stati raggiunti solo se la Terra si fosse riscaldata di cinque gradi.

Antarctica is melting more than six times faster than it did in the 1980s. Source: NASA/Jeremy Harbeck
Ma i due rapporti speciali più recenti del gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici hanno affermato che potrebbero effettivamente verificarsi con un riscaldamento compreso tra uno e due gradi.
Gli scienziati avvertono che lo scenario peggiore è una "Terra come una serra di calore“ che sarebbe molto meno ospitale per gli umani.
"La situazione è urgente e abbiamo bisogno di una risposta all’emergenza”, ha ammonito Steffen.
"Tutte le nazioni devono riconoscere la gravità della situazione e andare ben oltre gli impegni del loro Accordo di Parigi per ridurre le emissioni", ha aggiunto Steffen.
Per gli autori della ricerca, con temperature di 1,1°C di già al di sopra della temperatura preindustriale, è probabile che la Terra supererà la soglia di 1,5°C entro il 2040, e già solo questo rappresenta una vera e propria emergenza che mette in pericolo “la stabilità e la resilienza del nostro pianeta”, una minaccia a cui deve rispondere una “azione internazionale”.