Il 34enne serbo, che non è vaccinato contro il COVID-19, si è visto clamorosamente revocare il visto dal governo federale, dopo essere arrivato a Melbourne la scorsa settimana, con la motivazione di non aver “fornito prove adeguate per soddisfare i requisiti di ingresso in Australia”.
Il tennista è stato trasportato in un centro detenzione per rifugiati in attesa dell'udienza di oggi, mossa che ha attirato l'attenzione dei mass media di tutto il mondo e molte polemiche.
Il giudice Anthony Kelly ha concesso a Djokovic di venire portato in un luogo riservato scelto dai suoi avvocati e potrà "rimanervi fino alla conclusione di ogni udienza".
Dopo l'annullamento del sui visto giovedì scorso, Djokovic è stato portato al Park Hotel di Carlton, un "luogo di detenzione alternativo" che ospita decine di richiedenti asilo.
Molte persone hanno protestato fuori dal Park Hotel per attirare l'attenzione sulle storie dei detenuti al suo interno, alcuni dei quali sono in detenzione da quasi dieci anni e che non sono mai stati autorizzati ad uscire per partecipare alle udienze.
Nelle ultime settimane è scoppiato un incendio nella struttura e i detenuti hanno riferito di aver ricevuto pasti con vermi e muffa.
Il Park Hotel è stato anche il luogo di un focolaio di COVID-19, in cui metà dei detenuti e circa 20 membri del personale sono stati contagiati.
In aggiornamento.
Le persone in Australia devono stare ad almeno 1,5 metri di distanza dagli altri. Controllate le restrizioni del vostro stato per verificare i limiti imposti sugli assembramenti.
Se avete sintomi da raffreddore o influenza, state a casa e richiedete di sottoporvi ad un test chiamando telefonicamente il vostro medico, oppure contattate la hotline nazionale per le informazioni sul Coronavirus al numero 1800 020 080.