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Il Governo italiano ha approvato il Decreto Crescita (23 aprile 2019): un insieme di norme che, secondo la strategia dell’esecutivo giallo-verde, punta a far ripartire gli investimenti e a promuovere la crescita economica nel paese.
Durante quello che è stato definito il Consiglio dei ministri più teso nella storia del Governo Conte, sono state approvate misure che regolano i rimborsi dei risparmiatori danneggiati dalle crisi bancarie, la “Nuova Alitalia”, sostegno alle imprese e significativi interventi per l'ambiente.
Cosa prevede il Decreto Crescita

Decreto Crescita e Liberazione: il governo diviso su temi vecchi e nuovi
Diverse misure riguardano anche i cosiddetti ‘cervelli in fuga’, i giovani che hanno lasciato l'Italia in cerca di un destino professionale migliore.
I nuovi incentivi per il rientro degli italiani emigrati sono stati introdotti nel decreto perché, ha dichiarato il Premier Giuseppe Conte, “vogliamo che i nostri giovani abbiano la possibilità di costruirsi un futuro in Italia e contribuire così alla crescita del Paese”.
Il Decreto Crescita, ha spiegato il ministero dell'Economia Giovanni Tria, estende i benefici previsti per i cosiddetti "impatriati" ovvero quei ricercatori e docenti che trasferiscono la residenza in Italia a partire dall'anno di imposta 2020. Inoltre, introduce nuovi incentivi per un'idonea collocazione nel mercato del lavoro nazionale.
Lo stanziamento complessivo ammonta a 9,9 milioni per il triennio 2020-22.
Ma in che cosa consistono queste nuove misure? Vediamole nel dettaglio.
- Sarà aumentato dal 50% al 70% l’abbattimento dell’imponibile a partire dal 2020 e si allungherà la durata del periodo di agevolazione da 4 a 6 anni. Queste misure varieranno a seconda delle condizioni di rientro; la durata delle agevolazioni potrebbe arrivare fino a 13 anni ad esempio, nel caso in cui si rientrasse con figli minori o si acquistasse una casa in Italia.
- Chi tornerà in Italia per risiedere in una regione del Sud pagherà le tasse solo sul 10% del reddito. Le regioni interessate sono: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia.
- Il decreto offrirà anche una via d’uscita ai circa 1000 ricercatori che rientrati in Italia, si sono visti contestare dal Fisco le agevolazioni per i cosiddetti “impatriati” perché non iscritti all’AIRE. Il decreto crescita apre alle agevolazioni anche per chi non è stato iscritto all’anagrafe estera a condizione di aver risieduto in un paese con cui l’Italia ha sottoscritto convenzioni contro le doppie imposizioni.
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