Sono innumerevoli le parole e i modi di dire danteschi entrati a far parte della lingua parlata ed usati ancora nella lingua di tutti i giorni, sebbene siano passati 700 anni dalla morte del Sommo Poeta.
Con la sua Commedia, Dante Alighieri ha lasciato un segno indelebile non solo nella cultura e letteratura, ma anche nella lingua italiana, un segno così profondo da non essere a volte riconosciuto.
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In collegamento da Firenze la sociolinguista Vera Gheno cita ad esempio l'espressione "Bel paese", con cui tuttora viene comunemente indicata l'Italia.
"L'espressione Bel paese poi è stata usata anche da Petrarca, ma viene da un verso del XXXIII canto dell'Inferno, Del bel paese là dove 'l sì sona".
Dal punto di vista linguistico "Dante era uno sperimentatore, un innovatore", sottolinea Gheno; usava infatti molti forestierismi ma inventava anche parole nuove, come "botolo" o "gabbo" (rimasto nella forma verbale gabbare, fregare).
Naturalmente sono molti i versi danteschi rimasti nell'uso comune, dall'incipit della Commedia Nel mezzo del cammin di nostra vita al citatissimo Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse (dal celebre V canto dell'Inferno), ma anche le espressioni come Cosa fatta, capo ha, detto toscano citato da Dante nel canto XXVIII dell'Inferno.
Il settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri verrà celebrato con diversi appuntamenti nel corso dell'anno sia in Italia sia nel resto del mondo, Australia inclusa.
La vice presidente della Società Dante Alighieri di Melbourne Mary Marcuccio ci ha ricordato ad esempio che anche quest'anno si terrà il consueto che vede giovani studenti e studentesse australiani imparare a memoria interi canti.
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Quali espressioni dantesche sono rimaste nella lingua italiana?
SBS Italian
23:21
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