L’opposizione sfida il governo federale sulle limitazioni al Partner Visa

The Partner visas allow the partner or spouse of an Australian citizen, Australian permanent resident or eligible New Zealand citizen to live in Australia.

Source: Pixabay

Sotto i governi della Coalizione, il numero degli stranieri a cui è stato concesso di venire in Australia per sposarsi è precipitato, nonostante la sezione 87 del Migration Act proibisca ogni tipo di limite per i visti partner o dei figli.


Lunedì in parlamento si è discusso sul brusco calo di partner visa concessi, criticato dall’opposizione laburista intenzionata a sfidare il governo federale. 

Tra il 2012 ed il 2014 sono arrivati 190 mila immigrati permanenti, che negli ultimi anni di governo liberale sono scesi a 160 mila.

“I laburisti hanno intenzione di sfidare il primo ministro sulla questione dei Partner visa per ribadire che la legge non permette di limitare il numero dei Partner visa e Child visa”, racconta a SBS Italian l’agente d’immigrazione Emanuela Canini, “anche se ogni anno viene stabilito un numero massimo di residenze permanenti totali per gli altri visti”.

L’articolo della legge in questione è la sezione 87 del Migration Act, che proibisce ogni tipo di limite per i visti dei partner o dei figli.

La difesa da parte del Ministro consiste nell’interpretazione della parola limite: il governo ritiene di non averne adottati, ma di aver pianificato gli arrivi. 

“L’effetto è comunque lo stesso”, commenta Emanuela Canini, “ossia un numero ridotto su quello che potrebbero essere i Partner visa concessi ogni anno e ritardi abissali per chi non rientra in quella pianificazione annuale”.

I numeri del Partner Visa

Nell’anno finanziario 2016-17 sono stati concessi più di 47 mila Partner Visa permanenti, che sono scesi nel 2018-19 a quasi 40mila.

Il trend degli ultimi 20 anni indica che con l’aumento del numero totale di immigrati si è trasformata la composizione dei vari gruppi, appunto con la “pianificazione” utilizzata dal governo.
Si è favorita la necessità economica piuttosto che il ricongiungimento famigliare
Nel ‘95-‘96 l’immigrazione permanente era composta dal 58% di ricongiungimenti famigliari e da un 25% di lavoratori specializzati. Dieci anni più tardi, i rapporti si sono invertiti, con il 62% di lavoratori e il 29% di famigliari.

“Eppure, ci sono studi che indicano che il ricongiungimento dei famigliari con l’immigrato nel Paese di arrivo è uno dei fattori più importanti per l’integrazione sociale e la costruzione di un senso di appartenenza alla comunità e di stabilità a lungo termine”, sottolinea Emanuela Canini.

Il vero problema nella gestione dei Partner Visa

Il problema più evidente al momento è dato dai tempi di attesa.

Ufficialmente il tempo massimo di attesa per questo visto è di due anni, anche se si sono appurati casi in cui il visto non è arrivato prima di due anni e mezzo.

Nel 2020 si è messa di mezzo anche la pandemia di COVID-19.

Chi ha fatto richiesta da fuori Australia ha dovuto affrontare altri ostacoli, come ambasciate chiuse o a personale ridotto.

I tempi quindi si sono allungati ulteriormente, ma a volte l’effetto è stato opposto.

Alcune pratiche che avrebbero dovuto essere sbrigate all’estero sono state inviate in Australia per ovviare ai problemi di carenza di personale, e sono state concluse prima del previsto.
Non si capisce come adesso vengano smistate le pratiche
Questo fenomeno sottolinea la grande incongruenza dei tempi che affligge il sistema al momento.

“Vediamo visti in Australia approvati in un paio di mesi, e allo stesso tempo gente che aspetta da due anni”, ha dichiarato Emanuela Canini, sottolineando la frustrazione di chi è coinvolto nel processo.

Travel ban e visti temporanei

Martedì il parlamentare Verde Nick McKim ha presentato una mozione per chiedere un’esenzione al divieto di viaggio per chi ha un visto temporaneo ed è stato separato dalla famiglia o dalla propria abitazione e lavoro.

La maggioranza ha votato contro.

La proposta era quella di rivedere il divieto di ingresso in Australia per chi è un partner o per i figli di chi è già in Australia con un visto temporaneo.

Inoltre si chiedeva la revisione anche per chi ha ottenuto un visto provvisorio in scadenza che porta alla residenza permanente.
Nulla di fatto. Chi è fuori, per ora continuerà a rimanere fuori, a meno che non rientra nelle esenzioni già dichiarate dal governo
Come esempi di questa categoria, le famiglie degli sponsorizzati, chi ha un Prospective marriage visa e deve entrare in Australia per sposarsi entro nove mesi (altrimenti il visto scade e si perdono quasi $8,000 di tassa sul visto), e chi ha ottenuto un visto regionale e deve attivarlo per poi ottenere un giorno la residenza permanente.

Anche se nella mozione si è sottolineato come la quarantena sarebbe stata fatta a proprie spese, la maggioranza non l’ha accettata.

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