L'Australia sta affrontando una nuova ondata di COVID-19 - l'ottava nel Paese dall'inizio della pandemia nel 2020 - caratterizzata dalla diffusione di due sottovarianti di Omicron: Parola e Eris.
Il virus continua a rappresentare una sfida significativa, portando a un aumento dei casi del 50% in una settimana in South Australia e a livello nazionale di quasi il 24% nell'ultimo mese.
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"Sebbene ci sia stato un aumento dei casi tra i bambini, la maggior parte di essi sperimenta sintomi lievi che non richiedono il ricovero ospedaliero", afferma Maurizio Pacilli, Chirurgo Pediatrico al Monash Children Hospital di Melbourne ai microfoni di SBS Italian.
"Tuttavia, è cruciale monitorare da vicino i sintomi, soprattutto durante l'estate quando potrebbero essere confusi con i malanni stagionali", continua il dottor Pacilli.
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L'amore ai tempi del Covid
SBS Italian
13:11
È importante continuare ad adottare alcune norme di buon senso per proteggere le fasce più vulnerabili della popolazione", spiega il medico di base Roberta Castorani.
In Australia, sono disponibili richiami per tutti gli adulti che non abbiano ricevuto un booster negli ultimi sei mesi o più.
L'Atagi, ovvero l'Australian Technical Advisory Group on Immunisation, consiglia un booster in particolare agli ultrasettantacinquenni e dopo visita medica a tutti gli adulti che hanno una patologia, disabilità o che richiedano cure mediche specifiche.
Potete controllare quando avete effettuato l'ultimo vaccino visitando il portale myGov oppure la Express Plus Medicare App. Chi non ha molta dimestichezza con la tecnologia può rivolgersi al proprio medico di base o ad un farmacista.
Un fenomeno cruciale emerso negli ultimi anni è il "Long COVID", in cui i pazienti positivi continuano a sperimentare sintomi anche dopo tre mesi dall'infezione.
La dottoressa Zhen Zheng dell'RMIT di Melbourne ha evidenziato la necessità di una maggiore consapevolezza pubblica su questa condizione, poiché circa uno su dieci dei pazienti positivi potrebbe svilupparla.
Un'indagine condotta dall'RMIT ha rivelato che l'Australia potrebbe essere indietro rispetto ad altri Paesi nel riconoscere e trattare questa sindrome.
Le autorità sanitarie aggiornano regolarmente le loro raccomandazioni sull'uso dei vaccini e sulle misure preventive.
La National Coronavirus Helpline è a disposizione per rispondere ai dubbi e fornire supporto al numero 1800 020 080, 24 ore su 24 e sette giorni alla settimana.