La scorsa settimana il Primo Ministro Scott Morrison e la Ministra degli Esteri Marise Payne hanno proposto l’avvio di un’inchiesta indipendente sulle origini della pandemia di coronavirus, con l’accusa che il mondo intero avrebbe perso settimane preziose per rispondere alla crisi, perché inizialmente la Cina avrebbe coperto la gravità della malattia.
La risposta delle autorità cinesi non ha tardato ad arrivare.
In un’intervista esclusiva all’ infatti, l’Ambasciatore cinese in Australia Cheng Jingye ha definito l’iniziativa di Morrison come “pericolosa”, potendo innescare un boicottaggio da parte dei consumatori cinesi. Cheng Jingye non si riferisce solo alle migliaia di turisti che visitano ogni anno il Paese o chi mantiene un business, soprattutto per quanto riguarda l’esportazione di carne e vino tra Cina e Australia, ma anche alle migliaia di studenti che frequentano le università locali, che solo nel 2019 hanno toccato 150.000 iscritti.
Ricordiamo che l'istruzione e quindi la formazione di studenti internazionali rappresenta il terzo business per importanza per il paese, generando oltre 32 miliardi di dollari all'anno.
Siamo andati, telefonicamente, a Pechino per chiedere al corrispondente Gabriele Battaglia una sua analisi della situazione.
Le persone in Australia devono stare ad almeno 1,5 metri di distanza dagli altri e gli incontri devono essere limitati a due persone, a meno che non si sia con un membro del proprio nucleo familiare o abitativo.
Se ritenete di aver contratto il virus, invece di recarvi dal medico di persona, chiamatelo telefonicamente, oppure contattate la hotline nazionale per le informazioni sul Coronavirus al numero 1800 020 080.
Se fate fatica a respirare o vi trovate in un'emergenza, chiamate il numero 000.
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