Lo scopo della marcia, che attraversò pacificamente l’Harbour Bridge, era protestare contro il rifiuto da parte del governo federale australiano di chiedere formalmente scusa alle popolazioni indigene per il trattamento subito nel corso degli oltre 200 anni dall’inizio della colonizzazione britannica. Le scuse formali giunsero solo nel 2008 con la storica “apology” dell’allora primo ministro Kevin Rudd. Alla manifestazione partecipò anche parte della comunità italiana e la FILEF – Federazione italiana lavoratori emigrati e famiglie – allestì anche uno striscione su cui si leggeva: Migrants for Aboriginal Rights. Frank Panucci, membro della FILEF, era presente a quell’evento del 28 maggio di venti anni fa e ha condiviso i suoi ricordi e le sue considerazioni.
Le persone in Australia devono stare ad almeno 1,5 metri di distanza dagli altri. Controllate le restrizioni del vostro stato per verificare i limiti imposti sugli assembramenti.

Source: courtesy of Claudio Marcello
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