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Che cos'è l'"Uluru Statement from the Heart" e come potrebbe cambiare l'Australia

L'"Uluru Statement from the Heart" è stato respinta dal governo di Malcolm Turnbull nel 2017, ma il nuovo governo laburista guidato da Anthony Albanese l'ha riportato alla ribalta. Che cos'è esattamente questa dichiarazione?

Uluru

Uluru, also known as Ayers Rock is seen under the Aboriginal flag during the official ceremony to celebrate the closure of the climb at Uluru. Source: AAP Image/Lukas Coch

"A nome dell'Australian Labour Party, mi impegno a rispettare integralmente l''Uluru Statement from the Heart'".

Queste sono alcune delle prime parole pronunciate sabato sera dal nuovo primo ministro australiano Anthony Albanese, dopo aver vinto le elezioni federali del 2022.

Ma cos'è esattamente l'"Uluru Statement from the Heart"? Che cosa vuole ottenere e come?

Riforma costituzionale

La professoressa di diritto costituzionale a UNSW Megan Davis è una degli autori della dichiarazione.

Questa dichiarazione è un appello per una riforma costituzionale, ha spiegato Davis. 

"Per dirla in modo molto semplice, l'Uluru Statement from the Heart è praticamente un discorso per spiegare al popolo australiano il motivo per cui abbiamo bisogno di una riforma costituzionale", ha dichiarato Davis in un'intervista con SBS News.

Il documento è stato condiviso per la prima volta con la nazione nel maggio 2017.

Sebbene abbia ricevuto molto sostegno, non tutte le persone delle Prime Nazioni, (ovvero aborigeni e isolani dello Stretto di Torres) credono nella dichiarazione.

La dichiarazione era stata prontamente respinta dal governo Turnbull, ma ora il nuovo governo laburista l'ha riportata alla ribalta. 

Sono due le raccomandazioni chiave della dichiarazione: l'iscrizione nella costituzione di una First Nations Voice al parlamento australiano e l'istituzione di una Makarrata Commission.

First Nations Voice

La professoressa Davis ha affermato che la First Nations Voice sarebbe un organo consultivo del parlamento del popolo delle Prime Nazioni sancito costituzionalmente. 

"La ragione dietro a un organo consultivo sancito costituzionalmente è che attualmente nel sistema legale e politico australiano, le Prime Nazioni hanno pochissima, se non nessuna, influenza sulle leggi e sulle politiche che vengono approvate o scritte e sull'impatto che queste leggi hanno sulle nostre comunità", ha spiegato.

“Il risultato sono leggi e politiche di pessima qualità e un allargamento del divario e dello svantaggio".

"Che si tratti di salute, istruzione o giustizia, il divario si sta allargando," ha affermato la professoressa Davis. 

"Parte della ragione di questo è il fatto che il governo federale non deve consultarsi con i popoli delle Prime Nazioni quando fanno leggi e politiche su di noi".

La dichiarazione chiede che la voce sia sancita nella costituzione, cosicché non possa venire rimossa da nessun governo del momento. Perché ciò avvenga, la costituzione deve essere modificata, e ciò può essere fatto soltanto con un referendum", ha spiegato Davis. 

Albanese si è impegnato a tenere un referendum sulla First Nations Voice nel primo mandato del governo laburista.
"Avanzeremo certamente la necessità di avere il riconoscimento delle persone delle Prime Nazioni nella costituzione, il che include una voce in parlamento sancita dalla costituzione", Albanese ha dichiarato in una conferenza stampa lunedì a Canberra.

La professoressa Davis ha affermato che è imperativo che la First Nations Voice sia sancita costituzionalmente (come richiesto nella dichiarazione) altrimenti potrebbero risultarne più danni che benefici.

“Quando siamo andati in giro per l'Australia per chiedere quale sarebbe stato un riconoscimento significativo per le comunità, la risposta è stata 'una voce'. Ma una voce che non possa venire abolita come lo sono stati gli organismi precedenti", ha detto. 

“Ci sono state cinque o sei entità create dal Commonwealth che hanno funzionato come una voce a livello federale e sono state tutte abolite", ha aggiunto Davis. 

"Quando [questi organismi] vengono aboliti, lasciano dietro di sé una grande distruzione nelle comunità e ci vuole molto tempo per riprendersi".

Il professor Davis ha chiarito che la "First Nations Voice" non potrebbe vincolare costituzionalmente il parlamento.

“È una voce al parlamento, non una voce nel parlamento. È una distinzione molto importante", ha affermato.

“Niente di ciò che viene detto da questa entità può vincolare il parlamento. È un organo consultivo, nel senso che ogni singolo organismo che riferisce al parlamento è come la Commissione per la produttività o la Commissione per i diritti umani".

Makarrata Commission

Una parola Yolngu, Makarrata significa riunirsi dopo una lotta per supervisionare un processo di creazione di accordi tra i governi e le Prime Nazioni e raccontare la verità sulla loro storia.

Una volta che la First Nations Voice del parlamento è stata sancita costituzionalmente, l'Uluru Statement from the Heart raccomanda l'istituzione di una Makarrata Commission.

Secondo il professor Davis, la commissione svolgerà due ruoli chiave. Il primo “è quello di facilitare e controllare la conclusione di accordi, altrimenti noti come trattati”.

"Si tratta di fare il resto del lavoro necessario per risolvere alcuni dei problemi che sono rimasti in sospeso dal 1788", ha affermato.
Lo sviluppo dei trattati è un processo complesso.

"L'idea è che gli accordi verrebbero ratificati nazione per nazione e vi sono oltre 200 nazioni nel continente e i trattati richiedono molto tempo per essere negoziati", ha affermato la professoressa.

Il secondo ruolo chiave della Makarrata Commission sarebbe quello di rendere nota la verità.

"Rendere nota la verità consiste nel far capire cosa è successo in termini di espropriazione: i massacri, il genocidio, le uccisioni, la 'protection era', l'era dell'assimilazione in cui i bambini sono stati rimossi dalle loro famiglie", ha affermato il professor Davis.

"L'idea è di avere una discussione adeguata e completa sulla storia dell'Australia".

Quando potrebbe svolgersi un referendum?

Poco dopo che la dichiarazione è stata rilasciata al popolo australiano nel maggio 2017, è stata respinta dall'allora vice primo ministro Barnaby Joyce come "terza camera del parlamento".

Joyce si è scusato "senza riserve" per "l'errore" due anni dopo.

Tuttavia nel 2017 il governo Turnbull ha escluso il referendum.

Ma la professoressa Davis ha detto che gli ultimi anni non sono stati sprecati.

“Da allora abbiamo avuto un processo di co-creazione guidato dall'[ex ministro degli Affari indigeni] Ken Wyatt, che ha fatto capo a una serie di comitati che hanno creato i fondamenti per come una First Nations Voice potrebbe funzionare", ha affermato.

La professoressa Davis ha anche parlato del contributo del governo Morrison alla dichiarazione.

“Non è vero che in questi tre anni non è successo niente. [Il governo Morrison] ha messo da parte 160 milioni di dollari per lo svolgimento del referendum. E quei soldi sono ancora lì nella riserva di emergenza", ha affermato. 

Il referendum sulla voce si svolgerà molto probabilmente a metà del 2024.

La ministra entrante per gli affari indigeni Linda Burney ha dichiarato che l'Australia è pronta.

“Gli australiani sono più che pronti per la discussione su una First Nations Voice in parlamento. Stiamo già avendo questa discussione. È ora di mettere la discussione al centro del nostro discorso nazionale e di portarla ai voti", ha dichiarato Burney la scorsa settimana.

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Published 26 May 2022 2:16pm
By Akash Arora
Presented by Chiara Pazzano
Source: SBS


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