Dal 2016, l'ispettore generale dell'Australian Defence Force ha esaminato le accuse di crimini di guerra da parte delle forze speciali australiane in Afghanistan.
In quattro anni, il giudice Paul Brereton ha intervistato più di 400 testimoni ed esaminato decine di migliaia di documenti.
Nel rapporto, rilasciato pubblicamente giovedì, il giudice Brereton ha rivelato accuse di 39 uccisioni illegali e due accuse di crudeltà che hanno coinvolto 25 membri del personale della Difesa in 23 episodi separati.
Il rapporto ha analizzato il periodo tra il 2005 e il 2016, ma quasi tutti gli eventi scoperti si sono verificati tra il 2009 e il 2013.
"In nessuno di questi episodi si tratta di decisioni discutibili prese sotto pressione in pieno combattimento", afferma il rapporto.
"I casi in cui è stato riscontrato ed in cui ci sono informazioni credibili su un crimine di guerra sono quelli in cui era o avrebbe dovuto essere chiaro che la persona uccisa era un non combattente".
Altre decine di accuse sotto inchiesta non hanno potuto essere dimostrate.
Il giudice Brereton ha anche scoperto che c'erano prove credibili del fatto che alcuni soldati portavano “throw downs” come armi ed equipaggiamento militare per far sembrare che la persona uccisa fosse un obiettivo legittimo.
Inoltre, c'erano prove che ai soldati più giovani venisse richiesto dai propri comandanti di pattuglia di sparare a un prigioniero in una pratica nota come "sanguinamento”.
L'inchiesta raccomanda al capo della difesa di deferire 36 questioni alla polizia federale australiana per un'indagine penale.
Tali questioni riguardano 23 episodi e coinvolgono un totale di 19 persone.
Il generale Campbell ha affermato di aver parlato con la sua controparte afgana per porgere le sue scuse.
"Al popolo afghano, a nome dell'Australian Defence Force, chiedo scusa sinceramente e senza riserve per qualsiasi azione illecita da parte dei soldati australiani", Angus ha dichiarato ai giornalisti a Canberra.
"Tali presunti comportamenti hanno profondamente tradito la fiducia riposta in noi dal popolo afgano che ci aveva chiesto di aiutarli nel loro Paese".
Il giudice Brereton ha attribuito la maggior parte dalla colpa ai comandanti di pattuglia, ritenendo che fossero loro i maggiori responsabili per incitare o dirigere i subordinati a commettere crimini di guerra.
"È stato a livello di comandante di pattuglia che il comportamento criminale è stato concepito, commesso, fatto continuare e nascosto, e senza dubbio la responsabilità risiede a questo livello”.
Il primo ministro Scott Morrison ha precedentemente annunciato che un investigatore speciale perseguirà possibili procedimenti penali.
Il rapporto raccomanda di intraprendere un'azione amministrativa contro alcuni membri del personale ADF in servizio laddove vi fossero prove credibili di cattiva condotta, ma non sufficienti per una condanna penale.
Ha inoltre raccomandato all'Australia di risarcire le famiglie degli afgani uccisi illegalmente, senza attendere i procedimenti penali.
"Questo sarà un passo importante per riabilitare la reputazione internazionale dell'Australia, in particolare con l'Afganistan, ed è semplicemente la cosa giusta da fare".
Inoltre, l'inchiesta ha raccomandato che varie medaglie al servizio vengano revocate ad alcuni individui e gruppi.
"Va detto che ciò che questo rapporto rivela è vergognoso ed è un profondo tradimento degli standard e delle aspettative professionali dell'Australian Defence Force", afferma il rapporto.
"Abbiamo intrapreso questa inchiesta con la speranza di poter segnalare che le voci di crimini di guerra erano prive di fondamento”.
"Nessuno di noi desiderava scoprire il risultato al quale siamo arrivati. Ne siamo tutti sminuiti".
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