A seguito della decisione dell'Organizzazione mondiale della sanità di dichiarare il coronavirus un'emergenza internazionale, la disinformazione sulla malattia abbonda.
Ecco le ultime raccomandazioni degli esperti su come prevenire la diffusione di questa malattia e come proteggersi.
I sintomi del coronavirus
Se si è in Australia, si possono trovare informazioni aggiornate sul coronavirus e che cosa fare al riguardo sul sito del e sul sito del governo.
I sintomi del coronavirus sono simili ai sintomi dell'influenza e comprendono febbre, tosse o starnuti, difficoltà a respirare, mal di gola e sensazione di affaticamento.
Dopo che una persona è stata contagiata, possono essere necessari fino a 14 giorni per la comparsa di questi sintomi. Per questo il governo sta esortando chiunque sia tornato di recente dalla Cina a rimanere in isolamento in casa per 14 giorni.
In alcuni casi, il coronavirus può causare sintomi più gravi, come la polmonite.
Secondo l’organizzazione mondiale della sanità, le persone anziane e le persone con condizioni mediche preesistenti come il diabete e le malattie cardiache sembrano essere più esposte a questo virus.

Per le strade di Hong Hong, la maggio parte delle persone indossa una maschera. Source: Jessica Mo
Come si diffonde
Vari paesi hanno segnalato casi in cui il coronavirus è stato trasmesso da persona a persona, ma siccome il coronavirus è un nuovo virus, ci sono ancora molti quesiti su come si diffonda.
Gli esperti ritengono che l'attuale coronavirus si diffonda attraverso goccioline respiratorie presenti in tosse e starnuti.
Ma come specifica il Center for Disease Control (CDC) degli Stati Uniti, la limitata conoscenza di questo virus si basa su esperienze passate in relazione allla MERS (sindrome respiratoria mediorientale) e alla SARS (sindrome respiratoria acuta grave).
Secondo il US Centre for Disease Control è possibile' ma non certo' che si possa contrarre il coronavirus toccando una superficie sulla quale si trova il virus e poi toccandosi il viso.
Inoltre, non è ancora chiaro se la malattia possa essere diffusa prima che compaiano i sintomi.
Nella maggior parte dei casi visti finora, le persone hanno contratto il coronavirus solo dopo essere stati in stretto contatto con una persona con il virus.
Il sito definisce il contatto ravvicinato come contatto faccia a faccia per almeno 15 minuti o trascorrendo almeno due ore in uno spazio chiuso con una persona infetta.
Come proteggersi dal coronavirus
Contrariamente a quanto spesso si creda, l'uso di una mascherina non è raccomandato per evitare di contrarre il coronavirus, mentre invece l'uso è raccomandato a persone con il virus, per prevenirne la diffusione.
Le raccomandazioni su come proteggersi dal coronavirus sono elencate sul sito Health Direct e includono lavarsi le mani regolarmente, evitare di toccarsi il viso se non si sono lavate le mani ed evitare il contatto ravvicinato con chiunque mostri sintomi di una malattia respiratoria.
Il governo raccomanda inoltre di controllare il sitose si ha intenzione di viaggiare.
A partire dal 2 febbraio, il governo ha allertato gli australiani di non recarsi in Cina, dove si è originato il coronavirus.
Che cosa fare se si hanno i sintomi del coronavirus
Se si sperimentano serie difficoltà respiratorie, bisogna chiamare subito lo 000. Se si è viaggiato di recente, informate l'operatore e i paramedici.
Se si riscontrano sintomi non urgenti, il può aiutare a decidere che cosa fare. Prima di recarsi dal dottore o al pronto soccorso e se si ha recentemente visitato la Cina, bisogna telefonare per allertare della visita.
Come ogni volta che si verificano sintomi influenzali, bisogna prendere delle precauzioni per evitare di trasmettere la malattia ad altre persone, come ad esempio: lavarsi le mani regolarmente, restare a casa ed evitare di prendere mezzi pubblici, coprirsi la bocca quando si tossisce o starnutire sul gomito e indossare una maschera chirurgica se si deve assolutamente uscire.
Chiunque sia stato in contatto con un caso confermato di coronavirus e chiunque sia recentemente tornato dalla Cina continentale deve isolarsi in casa per 14 giorni, anche se non ha sintomi.
Se altre persone vivono nella vostra casa, state in una stanza diversa da loro e usate se possibile un bagno diverso. Non condividete piatti, tazze, biancheria o altri oggetti e lavate tutto ciò che toccate a fondo dopo l'uso.
C’è da preoccuparsi per il coronavirus?
Durante il fine settimana, l'Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato che il coronavirus è un'emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale (PHEIC).
È un evento grave e dopo aver sentito parlare delle morti causate fin'ora da questa malattia ci si può sentire in preda al panico. Ma per mantenere le cose in prospettiva, ci sono alcune cose importanti da capire.
Il 3 febbraio, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato che ci sono 17.391 casi confermati di coronavirus in tutto il mondo. La grande maggioranza di questi, 17.238, si trova in Cina.
Dei 17.238 casi in Cina, 2296 sono considerati gravi, mentre ci sono stati 361 decessi.
Ciò è preoccupante, ma è anche chiaro che la maggior parte dei casi di coronavirus non sta portando alla morte.
Il tasso di mortalità al momento sembra essere tra il 2 e il 3 percento, il che è inferiore al tasso di mortalità della SARS nel 2002-3, che causò 8.098 casi con 774 decessi (un tasso di mortalità del 9,6 per cento).
Secondo Raina MacIntyre, professoressa di biosicurezza globale presso l'UNSW, gli australiani non devono allarmarsi troppo, in quanto in Australia sono stati confermati solo 12 casi di coronavirus e nessun decesso (al 4 febbraio).
"In questo momento non dobbiamo preoccuparci troppo perché [questo virus] non è molto diffuso nella comunità", ha detto il professor MacIntyre a The Feed.
"La paura è che continui a diffondersi in Cina e diversi esperti affermano che probabilmente diventerà una pandemia. Ma non è detto che debba necessariamente diventare una pandemia - non è successo con la SARS - quindi dobbiamo continuare a concentrarsi su misure che ritarderanno o impediranno la sua diffusione in Australia."
"Più ne ritardiamo la diffusione, più ci avviciniamo a un vaccino."
Se il coronavirus dovesse diventare una pandemia (un'epidemia che si diffonde in più continenti), il professor MacIntyre avverte che le conseguenze sarebbero più gravi.
"Un tasso di mortalità del 3% con un virus altamente contagioso sarebbe preoccupante. Nel caso il virus diventasse diffuso, il numero di persone gravemente ammalate sopraffarebbe il nostro sistema sanitario".
Un tasso di mortalità del tre percento è superiore a quello dell'influenza stagionale, ad esempio, che è di circa lo 0,1 percento. Nel 2019, l'influenza ha causato la morte di almeno 430 australiani.
Tale rischio fa capire perché vale la pena prendere sul serio il coronavirus, ma non dovrebbe essere causa di inutili allarmi. In questo momento, ci sono pochissimi casi in Australia e la priorità è di mantenere le situazione attuale.
Come con l'influenza, la cosa migliore che una persona può fare è stare a casa se malato, tenere d'occhio i propri sintomi e seguire i consigli del Dipartimento della Salute.