Il premier del South Australia ha lanciato un appello al Primo Ministro Scott Morrison richiedendo politiche migratorie che permettano l'accesso di un maggior numero di migranti qualificati nelle aree rurali d'Australia.
L'anno scorso il PM Scott Morrison aveva reso noto il suo piano volto a ridurre il numero di nuovi immigrati permanenti in Australia di circa 30.000 unità, spinto dalle preoccupazioni sul potenziale congestionamento delle grandi città, ma il Premier del South Australia Steven Marshall ha chiesto a Morrison di prendere in considerazione l'ampliamento degli accordi sulle aree di migrazione, i cosidetti , prima di prendere un provvedimento di questo tipo.
La motivazione è che stati come il South Australia e la Tasmania hanno esigenze molto diverse rispetto a quelle di città come Sydney e Melbourne: "Quello che chiediamo è un percorso semplificato per l'ulteriore sviluppo dei DAMAs in modo da poter ricevere una migrazione qualificata in quelle aree d'Australia dove sono più necessarie" ha detto Marshall.
La richiesta del Premier del SA è supportata anche da Nigel McBride, amministratore delegato di Business SA: "Quello che stiamo vedendo è che la politica migratoria viene pensata a livello nazionale, rispondendo così a situazioni in corso a Sydney e a Melbourne, tralasciando i bisogni non solo del South Australia, ma di tutta l'Australia regionale".
Il piano del Premier del SA prevede non solo maggiori incentivi per gli studenti internazionali, ma anche di incoraggiare i residenti locali a restare. Il SA è uno stato da cui ogni anno emigrano circa 5.000 persone in cerca di un'alternativa lavorativa migliore.
La quota annuale di immigrati accolti regolarmente nel Paese è stata fissata a 190.000 dal 2012-13. Per la maggior parte degli anni è stata raggiunta, ma nel 2017-18 i numeri dell'accoglienza sono drasticamente diminuiti toccando i livelli più bassi del decennio. Si calcola infatti che siano stati appena 163.000 gli arrivi permanenti in Australia in quell'anno finanziario, costituiti sia da coloro che sono entrati con visti per lavoratori altamente qualificati che familiari.