Qual è l’impatto del freddo sul coronavirus e cosa aspettarsi durante l’inverno australiano

Il mondo attende segnali che dimostrino che le temperature calde in arrivo potrebbero aiutare i Paesi dell’emisfero settentrionale a contenere i focolai di COVID-19. Ma cosa significherebbe invece per l’Australia, che sta per affrontare la stagione fredda?

Melbourne colder weather

Two men in Melbourne during a previous cold snap. Colder weather is on its way for Australia. Source: Getty Images

Con il New South Wales e il Victoria che questa settimana attendono l’arrivo di temperature inaspettatamente fredde, e l’inverno alle porte, SBS News ha chiesto agli esperti di salute qual è l’effetto del meteo sulla diffusione del coronavirus.

Quali sono gli effetti del freddo sul COVID-19?

Molte infezioni respiratorie si diffondono attraverso delle goccioline che vengono rilasciate quando una persona infetta tossisce o starnutisce. Se l’aria è fredda e asciutta queste goccioline galleggiano nell’aria per più tempo e viaggiano più lontano, contagiando più persone.

“Quindi per l’influenza, ad esempio, se le temperature sono basse sembra che il virus sopravviva più a lungo”, ha detto il professore Greg Fox, epidemiologo e pneumologo della University of Sydney.

Al momento, tuttavia, non ci sono ricerche affidabili sulla risposta del COVID-19 alle temperature e ai tassi di umidità; il virus è talmente recente che non possiamo esserne sicuri.
Cold weather in Sydney
COVID-19 cases continue to decline nationally as cold weather recedes. Source: Getty Images
Dopo la pandemia dell’influenza suina nel 2009, “sono stati svolti alcuni studi per esaminare la trasmissione del virus, effettuati sui porcellini d’india, che hanno permesso di controllare molto attentamente la temperatura e l’umidità”, ha detto il professor Fox.

“In tal modo, hanno potuto effettivamente mostrare una chiara relazione (tra tali fattori e il virus) perché è stato possibile eliminare quei fattori sociali che solitamente condizionano la trasmissione”.

“Vedremo sicuramente gli effetti dei cambiamenti stagionali nei mesi a venire, ma non sembra, dai molti studi pubblicati, che ci sia una relazione tra temperature e trasmissione”.

Ma il freddo non è l’unico fattore che potrebbe aumentare la trasmissione del coronavirus nei prossimi mesi.

Perché gli esperti sono preoccupati dell’arrivo dell’inverno?

Secondo il professor Peter Collignon, esperto di malattie infettive e microbiologo all’Australian National University, le preoccupazioni legate all’arrivo dell’inverno derivano dall’esperienza dei Paesi dell’emisfero settentrionale.

Gli Stati Uniti stanno per registrare un milione di casi da COVID-19, mentre Spagna, Italia, Francia e Regno Unito hanno riportato oltre 20.000 morti a causa del virus.

“Si tratta dei Paesi dove si è rivelato un disastro, con alcune eccezioni come la Corea e Taiwan che hanno controllato il virus”, ha detto.

“Ma qui si presentano gli stessi rischi per la trasmissione di qualsiasi virus che possa passare attraverso i tratti respiratori, un rischio che aumenta durante l’inverno e l'inizio della primavera”.
Il professor Collignon è anche preoccupato del fatto che, in inverno, il coronavirus possa essere confuso per un grave raffreddore o influenza.

“Ciò potrebbe spiegare perché si è diffuso così ampiamente in Italia, Europa e USA: nessuno lo ha notato finché non si sono verificati molti decessi tra i più anziani”, ha detto.

“Ma non arriveremo allo stesso punto di Italia e Stati Uniti perché stiamo effettuando molti test e li effettueremo a tutti coloro che starnutiscono, che hanno raffreddore o mal di gola”.

Quali altri fattori potrebbero entrare in gioco?

In inverno accade anche che le persone non riescono a combattere il virus perché hanno difese immunitarie ridotte, ha detto il professor Fox.

“L’ipotesi è che potenzialmente c’è meno vitamina D o altri fattori stagionali”.
“Anche i raggi ultravioletti sono stati segnalati come un potenziale fattore che rende meno resistenti il COVID-19 e gli altri virus durante le stagioni calde, quando c’è luce ed è soleggiato. Ma tutto ciò dev’essere ancora studiato”.

Il professor Collignon ha anche aggiunto: “Se pensiamo alla febbre spagnola nel 1918, ci fu una prima piccola ondata in questo periodo, poi una seconda leggermente maggiore arrivò in inverno”.

Questo significa che i Paesi con un clima più caldo ne trarranno beneficio?

Kirsty Short, una virologa dell’Università del Queensland, ha detto che ciò non significa che i luoghi con un clima più caldo saranno al sicuro.

“Non è così semplice come dire ‘oh i Paesi tropicali saranno protetti e quelli con un clima temperato saranno suscettibili’ perché, abbiamo visto, il virus si è diffuso ovunque, dal Canada a Singapore” ha detto la dottoressa.
Spring has arrived in London.
Spring has arrived in London. Source: AFP/Getty Images
, pubblicato ad inizio aprile, ha rivelato che i coronavirus più comuni e noti per il contagio di persone sono altamente stagionali, e la maggior parte dei casi subiscono un picco durante i mesi invernali.

“Altri coronavirus, come il MERS, sembrano esistere durante tutto l’anno, quindi dipende da ogni singolo virus e noi dobbiamo ancora imparare molto sul COVID-19”, ha spiegato la dottoressa Short.

Gli effetti dei cambiamenti stagionali sul comportamento umano diffonderanno il virus?

Tutti e tre gli esperti consultati da SBS News hanno detto che passare molto tempo al chiuso sarà uno dei maggiori fattori che contribuiranno alla diffusione del COVID-19 nei mesi freddi.

Il professor Collignon ha detto che “quando fuori fa freddo, con un clima invernale e rigido, le persone tendono a stare più al chiuso e più vicine tra loro, quindi c’è un maggior rischio di contrarlo proprio per la prossimità con gli altri”.
La trasmissione è anche più semplice tra le persone che vivono regolarmente a stretto contatto sotto lo stesso tetto.

“Questo è stato certamente riscontrato in Cina nei primi giorni dell’epidemia, dove si è registrata un’alta diffusione in ambito domestico, suggerendo che il contatto in luoghi chiusi è un fattore di rischio per la trasmissione”, ha aggiunto il professor Fox.

Secondo la dottoressa Short però le misure di distanziamento e i divieti di assembramento stanno funzionando e stanno proteggendo le persone, non solo dal COVID-19.

“Ciò che stiamo già vedendo nella stagione influenzale di quest’anno è una decisa diminuzione dei casi. È accaduto ad Hong Kong e anche in Giappone. Il distanziamento sociale che è stato messo in atto per proteggerci dal coronavirus ci sta anche proteggendo inavvertitamente dal virus dell’influenza”.

In che modo il COVID-19 si sovrapporrà alla stagione influenzale?

La sovrapposizione della stagione influenzale e della pandemia di COVID-19, secondo la dottoressa Short, aumenta il rischio per le persone di riscontrare una co-infezione di entrambi i virus.

“Lo abbiamo notato in alcuni pazienti. Ancora non comprendiamo cosa ciò significhi in termini di severità, ma personalmente non vorrei contrarli assieme”, ha sottolineato la dottoressa.

“Siamo preoccupati per il fatto che, se aumentano i casi di influenza, coloro che ne hanno sofferto possano avere esaurito le difese immunitarie e quindi essere più sensibili al COVID-19”, ha aggiunto il professor Fox.
Moscow snowfall
A snowfall in Moscow in March. Source: Getty Images
La preoccupazione maggiore della dottoressa Short è che il sistema sanitario venga oberato da un influsso concomitante di casi di influenza e COVID-19.

“Ciò potrebbe portare ad un aumento della morbosità e della mortalità. Quindi le preoccupazioni sull'inverno riguardano ciò che potrebbe essere in circolazione durante quel periodo dell’anno”.

Come può proteggersi chi è in Australia durante l’inverno?

Il professor Fox ha consigliato a chi si trova in Australia di fare il vaccino influenzale. E per quanto riguarda il COVID-19, gli esperti sono d’accordo sul fatto che il buon senso possa ridurre sia la trasmissione da contatto che quella aerea.
“Ciò significa mantenere la distanza sociale, lavarsi le mani regolarmente, assicurarsi di starnutire nella piega del gomito invece che apertamente, ed evitare di frequentare luoghi pubblici se non ci si sente bene”, ha concluso il professor Fox.

Secondo il professor Collignon, “dobbiamo fare tutto ciò che possiamo per evitare di essere contagiati e contagiare gli altri”.

Ulteriori informazioni sul servizio di vaccinazione contro l’influenza sono disponibili sul sito .



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Published 4 May 2020 3:58pm
By Nadine Silva
Presented by Maurizia Tinti


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