Si avvisano i lettori aborigeni e gli isolani dello Stretto di Torres che questo articolo contiene immagini e nomi di persone decedute.
Winnie Hayward, una donna Noongar, sta ancora cercando di fare i conti con l'inseguimento della polizia che terminò con la morte per annegamento di suo figlio e del suo migliore amico nello Swan River di Perth, nel settembre del 2018.
Il figlio 16enne di Winnie ed un suo amico di 17 annegarono in un fiume vicino a Perth nel 2018 mentre cercavano di scappare dalla polizia.
Christopher Drage e Trisjack Simpson facevano parte di un gruppo di cinque adolescenti che erano stati avvistati mentre scavalcavano le cancellate di alcune case a Maylands, un quartiere a est di Perth.
Due poliziotti, l'agente Lindsay Jeffree ed Ella Cutler della Western Australia Police Force, sospettando che i giovani fossero entrati in case vicine, iniziarono a inseguirli a piedi.
Un testimone affermò di aver visto i ragazzi scappare dalla polizia, "spaventati" e "sconvolti".
Pochi istanti dopo, i ragazzi si buttarono nel fiume Swan per non essere arrestati.
Uno dei ragazzi nuotò per circa 100 metri per raggiungere la sponda opposta.

The boy and his friend drowned in Perth's Swan River. Source: Aaron Fernandes, SBS News
Un altro si rese conto del pericolo delle forti correnti e dell'acqua fredda e rimase vicino alla riva, dove riusciva a toccare il fondo.
Ma altri due, Christopher e Trisjack, riuscirono ad arrivare solo a metà del percorso prima di essere sopraffatti dalla corrente.
Devastata dal dolore, Winnie Hayward ha atteso per due anni i risultati dell'inchiesta del coroner sui decessi dei ragazzi.
L'inchiesta, che ha esaminato attraverso diverse testimonianze se le azioni della polizia avessero contribuito alla morte dei due ragazzi, è stata completata nel marzo di quest'anno.
Secondo alcune testimonianze, i due poliziotti rimasero a riva senza cercare di salvare i ragazzi che stavano annegando perché non potevano lasciare le loro armi incustodite.
Due agenti della squadra di sostegno tattico si buttarono in acqua dopo essere arrivati sulla scena poco dopo, ma troppo tardi per salvare i ragazzi.
Un'enorme operazione di ricerca successivamente recuperò i corpi dalle acque.
“Sono rimasta esausta dall'inchiesta. Le giornate erano lunghe", ha affermato Hayward.
“L'indagine ha fornito qualche risposta su quello che è successo, ma non abbastanza. Continuo a credere che sarebbe stato possibile fare di più per salvare i ragazzi.
"Non meritavano di morire così".
Secondo Hayward i poliziotti "erano troppo concentrati nell'arrestare il ragazzo più vicino alla riva per notare quello che stava succedendo dall'altra parte del fiume".
Il Detective Sergeant della WA Police Roy Begg, che ha diretto le indagini, ha dichiarato durante l'inchiesta che i poliziotti non erano colpevoli di non essere entrati in acqua per tentare di salvare i ragazzi e che le condizioni erano estremamente pericolose.
"Reati minori"
La morte di Christopher e Trisjack è stata classificata come una "morte in presenza della polizia", mentre il WA Police Commissioner all'epoca dichiarò che sarebbe stata considerata come "un decesso in custodia cautelare".
La loro storia è una delle tante in tutta l'Australia, dove i sospetti di un reato minore nei confronti di persone di origine aborigena hanno portato a un'interazione con la polizia finita in tragedia.
L'Australian Institute of Criminology classifica un decesso in custodia cautelare della polizia in due modi: i decessi di Prima Categoria, che avvengono in contesti situazionali (in un veicolo della polizia o in cella) o dove la polizia è a stretto contatto con il defunto (inclusi raid e sparatorie) o di Seconda Categoria, in cui gli agenti non hanno avuto contatti così stretti, inclusi inseguimenti o tentativi di arrestare una persona.
Negli ultimi 30 anni, più della metà di tutti gli aborigeni morti in custodia della polizia sono stati arrestati per reati minori.
Le statistiche sono contenute nell'ultimo rapporto annuale dell'Australian Institute of Criminology (AIC).
Nei 30 anni dal 1989-90 al 2018-19, l'AIC ha registrato 858 morti in custodia della polizia, di cui 168 decessi di aborigeni.
Tra i 168 aborigeni morti in custodia della polizia, 53 di essi erano sospettati di aver commesso un reato correlato al furto.
Quasi un quarto (39) di tutti gli aborigeni morti in custodia della polizia era sospettato di aver commesso reati contro l'ordine pubblico, ovvero reati legati all'alcol, disturbo della quiete pubblica o multe non pagate.
Più della metà dei decessi quindi, 92 su 168, è avvenuto in seguito ad accuse per reati minori.
Nello stesso periodo, una persona non indigena morta in custodia della polizia aveva più probabilità di aver commesso un reato grave e violento (22%) seguito da un reato correlato a furto (17%).

A rally is planned for Perth's CBD on Thursday. Source: Aaron Fernandes, SBS News
Inoltre gli aborigeni morti in custodia di polizia erano significativamente più giovani — in media di soli 22 anni al momento della morte — rispetto a un'età media di 36 anni per i detenuti non indigeni.
George Newhouse, un avvocato con sede a Sydney con il National Justice Project, ha rappresentato diverse famiglie aborigene che hanno perso un familiare in custodia di polizia, tra cui Hayward.
Secondo Newhouse, la disparità nella natura del reato da parte di persone che sono morte in custodia di polizia è un chiaro segno che gli aborigeni sono sottoposti a controlli eccessivi, e presi di mira per violazioni minori per le quali i non indigeni non sarebbero perseguiti.
"La polizia è un imbuto, o una porta, per il sistema di giustizia penale, ed è questa sovrarappresentazione nelle interazioni con la polizia che alla fine può portare a queste morti in prigione".
“Ciò che queste statistiche mostrano è che gli aborigeni e gli abitanti delle Torres Strait Islands finiscono nel sistema giudiziario per crimini molto minori, mentre è improbabile che una persona non indigena abbia quell'interazione con la polizia.

George Newhouse with David Dungay's mother Source: SBS
"Se sei una persona non indigena, devi commettere un grave crimine violento prima di finire in carcere".
Secondo le definizioni dell'AIC, i reati violenti includono omicidio, aggressione, reati sessuali, altri reati contro una persona e rapina.
I reati legati al furto includono effrazioni, altre casistiche di furti, danni alla proprietà e frode.
Gli aborigeni e gli abitanti delle Torres Strait Islands finiscono nel sistema giudiziario per crimini molto minori, mentre è improbabile che una persona non indigena abbia quell'interazione con la polizia. - George Newhouse, Lawyer
Secondo Newhouse, la polizia in tutta l'Australia non sta usando la propria discrezionalità per cercare di evitare che i trasgressori aborigeni entrino nel sistema di giustizia penale e stemperare situazioni critiche.
"Quando la polizia vede che viene commesso un crimine, non è obbligata ad arrestarti, può darti un ammonimento. C'è una percentuale inferiore di aborigeni che ricevono ammonimenti rispetto ai non indigeni", ha affermato.
"Se decidono di incriminarti di un reato, non devono arrestarti per forza. Ad esempio, se vieni fermato per eccesso di velocità, la polizia ti darà una multa o un ordine di presentarti in tribunale, ma non ti arresterà".
“Con alcuni reati, in particolare quelli legati all'alcol, gli aborigeni vengono arrestati invece di ricevere ordini di presentarsi in tribunale".
"Ciò significa che vengono trattati ingiustamente, si preferisce incarcerarli piuttosto che cercare di non farli entrare nel sistema di giustizia penale".
“La polizia sta usando queste leggi molto minori, reati molto minori, per fermare, perquisire e vessare gli aborigeni e gli abitanti delle isole dello Stretto di Torres, e questa è la via principale che porta all'incarcerazione. I nostri parlamenti hanno concesso alla polizia poteri estremi con pochissima supervisione”.
Numeri record nel WA
La Police Force del Western Australia ha registrato il numero più alto di decessi di aborigeni in custodia di polizia (51 su 168) di tutti gli stati e territori nell'arco di 30 anni registrato dall'AIC.
Gli aborigeni costituiscono quasi la metà di tutte le morti in custodia di polizia del Western Australia (42%) e il numero medio di decessi di aborigeni in custodia di polizia ogni anno nello stato non è diminuito dal 1989, con tre decessi registrati nell'ultimo periodo annuale di riferimento.
Alcune delle morti più tragiche di aborigeni in custodia sono avvenute proprio in questo stato.
Nel 1983, il sedicenne John Pat è stato picchiato a morte da quattro agenti di polizia fuori servizio nella città nord-occidentale di Roebourne, rendendo necessaria, insieme ad altri casi, la Royal Commission in Aboriginal Deaths in Custody.

The officer accused of murdering Yamatji woman Joyce Clarke has entered a not guilty plea during an administrative committal hearing in Perth. Source: NITV
Nel 2014, una 22enne di cognome Dhu, del popolo Yamatji, è morta in custodia della polizia nel South Headland mentre stava scontando la pena per multe non pagate.
Nel 2019, Joyce Clarke, una donna Yamatji di 29 anni, è stata uccisa da un colpo di arma da fuoco sparato da un agente di polizia in risposta a un diverbio.
L'agente è stato accusato di omicidio di prmo grado e, se condannato, sarebbe il primo poliziotto del WA a essere ritenuto penalmente responsabile di una morte aborigena in custodia.
L'agente si è dichiarato non colpevole e non è stata fissata la data del processo.
La polizia del WA non ha risposto alle domande di SBS News sul questi eventi, ma afferma di aver intrapreso dei "passi significativi per migliorare il rapporto tra gli ufficiali di polizia e la comunità indigena, compreso lo sviluppo di un piano d'azione per la riconciliazione e l'istituzione del departimento per gli affari aborigeni."
Megan Krakouer, una donna Menang-Noongar, è direttrice del National Suicide Prevention and Trauma Recovery Project.
"Il rapporto [tra polizia e aborigeni] è terribile", ha dichiarato.
"La gente ha paura della polizia, i giovani scappano dalla polizia. Si ritorna al peccato originario di questo Paese, la colonizzazione del nostro popolo".
Krakouer ha aiutato diverse famiglie aborigene a Perth e dintorni che hanno perso dei familiari per decessi in custodia e molte altre che lottano contro la povertà.
Secondo lei il numero molto più alto di aborigeni morti in custodia che avevano commesso reati minori è dovuto all'estrema povertà in cui vivono molti indigeni australiani.
"Vedo queste situazioni ogni giorno, lavorando in case dove ci sono quattro o cinque famiglie perché non hanno nessun altro posto dove andare", ha affermato.

Krakouer says poverty is the primary cause of low-level offending. Source: Aaron Fernandes, SBS News
“Non è solo un problema di polizia. È un problema per il Dipartimento di giustizia. È un problema per il Dipartimento dell'edilizia abitativa. È un problema per il Dipartimento della salute e per il Dipartimento per la protezione dei bambini".
“È un problema di governo, sia statale che federale. Stanno tradendo la nostra gente e ne stiamo vedendo le conseguenze".
Dopo la morte di suo figlio nel fiume Swan, Hayward è ora in attesa del rapporto del coroner, che potrebbe contenere raccomandazioni per cambiare le pratiche della polizia durante gli inseguimenti o migliorare i rapporti con le comunità aborigene.

Two teenagers drowned during the police pursuit. Source: Aaron Fernandes, SBS News
È un cambiamento che, secondo Hayward, avrebbe potuto salvare suo figlio se fosse stato avviato anni prima.
"Gli oggetti si possono sostituire, non la vita umana. I nostri figli non meritavano di morire. "
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