Un addetto alla sicurezza in un hotel per la quarantena di Sydney, a cui è stato dignosticato il coronavirus, ha ricevuto una multa di 2.000 dollari per essersi recato in un complesso commerciale nella zona centro-occidentale della città e in un edificio del Service NSW prima di sapere quale fosse il risultato del test COVID-19.
Il 22enne di Campsie ha ricevuto la conferma della positività al coronavirus sabato, e si tratta del secondo addetto alla sicurezza all’hotel Marriott di Sydney ad aver contratto il virus.
Lunedì il dottor Kerry Chant, chief health officer del NSW, ha dichiarato che le indagini sono ancora in corso per stabilire se questo caso è collegato all’altra guardia che è risultata positiva la settimana scorsa.
La guardia recentemente risultata positiva ha lavorato al Marriott e, il 3 agosto ha condiviso un turno di lavoro con l’altro addetto alla sicurezza contagiato. Ha inoltre lavorato all’hotel Sheraton Grand Hyatt Park di Sydney la notte del 16 agosto.
Domenica la polizia del NSW ha multato la guardia per aver effettuato il test giovedì ed essersi recato, subito dopo, al Westfield Burwood per degli acquisti.
Il pomeriggio seguente si è recato anche in un edificio di Service NSW in Burwood.
In entrambe le occasioni non era ancora a conoscenza dei risultati del test, motivo per cui tutti coloro che si trovavano in quei luoghi in quelle date dovrebbero monitorare i propri sintomi respiratori.
L’uomo si trova ora in una struttura di quarantena della NSW Health e ha ricevuto due avvisi di infrazione per non aver adempiuto alle direttive di auto-isolamento.
Il caso del 22enne è stato originariamente scoperto in un blitz di test che ha avuto luogo per una settimana sui 700 contatti della prima guardia che si è ammalata.
Lo stato ha registrato tre nuovi casi di COVID-19 nelle 24 ore precedenti alle 20 di domenica, di cui un caso acquisito localmente, ossia in quanto contatto di un caso precedentemente registrato.
Il contatto stretto di tale persona è rimasto in isolamento durante il periodo infettivo.
Lunedì la premier Gladys Berejiklian ha affermato che si tratta di un risultato soddisfacente, ma le autorità sono ancora preoccupate per il tasso di trasmissione comunitaria in New South Wales, soprattutto nelle aree occidentali e sud-occidentali di Sydney.
La primier ha osservato che ci sono stati 15 casi di coronavirus in quelle zone nelle ultime settimane e che non sono collegati a focolai conosciuti.
Sette pazienti in NSW si trovano in terapia intensiva, di cui cinque sono sotto ventilazione.
NSW Premier Gladys Berejiklian. Source: AAP
“Il NSW è andato bene nelle ultime sei o sette settimane, ma ovviamente è stato un enorme sforzo comunitario”, ha detto Gladys Berejiklian ai giornalisti riferendosi al periodo in cui il Victoria ha combattuto contro la significativa epidemia di COVID-19.
“Siamo alla fine di quello che prevedevamo sarebbe stato un periodo particolarmente critico, ma non siamo certo fuori dai guai”.
La premier ha inoltre detto che non intende chiudere i confini del NSW con il Queensland nonostante il focolaio scoppiato in un carcere minorile di Brisbane.
Il Queensland ha chiuso i confini con il NSW da inizio agosto.
Intanto la Tangara School for Girls a Cherrybrook, nella zona nord-ovest di Sydney, scuola collegata a 27 casi di coronavirus finora conosciuti, si appresta a riaprire lunedì dopo la chiusura durata due settimane.
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