Il governo federale si prepara ad abbassare il numero annuale dei miganti ai quali verrà concesso di risiedere in Australia, mentre il primo ministro Scott Morrison nega che le preoccupazioni sul congestionamento delle città siano dettate dal razzismo.
Il consiglio dei ministri ha autorizzato i cambiamenti, che vedranno il numero annuale dei migranti scendere di 30mila unità, da 190mila a 160mila, come riporta il quotidiano The Australian.
Secondo alcune fonti, il primo ministro avrebbe ritardato l’annuncio dopo l’attacco terroristico di Christchurch venerdì scorso.
A seguito dell’attacco terroristico che ha causato 50 vittime, alcuni politici conservatori sono stati accusati dai leader musulmani e dai Verdi di
In un discorso tenutosi a Melbourne lunedì, Morrison ha denunciato la situazione, definendo “riprovevole” il tentativo di utilizzare preoccupazioni sull’immigrazione come “giustificazione per le atrocità terroristiche”.
"Ma allo stesso tempo”, ha aggiunto il primo ministro, “è spregevole la posizione di chi ritiene che sostenere un’immigrazione moderata equivalga a razzismo”.
"Solo perché gli australiani si preoccupano per il traffico e la qualità della vita in città in rapido sviluppo come Melbourne non vuol dire che sono anti-immigrati o razzisti”, ha dichiarato Morrison.
Con il nuovo tetto agli arrivi in Australia verrà inoltre introdotta una nuova legge sull'immigrazione regionale che richiederà ai migranti specializzati di vivere per almeno cinque anni in città diverse da Sydney e Melbourne, nel tentativo di risolvere i problemi legati al sovraffollamento dei due centri urbani.
Il governo si impegnerà inoltre a fornire incentivi agli studenti internazionali per frequentare corsi in università che non facciano parte delle due metropoli.