Il New South Wales ha registrato 13 nuovi casi di COVID-19 nelle 24 ore precedenti le ore 20:00 di lunedì.
Di questi, due sono in quarantena in un hotel, uno è stato in contatto con un viaggiatore di ritorno in Australia e 10 sono legati al focolaio scoppiato al Crossroads Hotel a Casula, a sudovest di Sydney.
Il Chief Health Officer del NSW, Kerry Chant, ha dichiarato martedì che dalle 20.00 della sera precedente sono stati registrati ulteriori sette casi legati al pub di Casula. Un altro caso è sotto indagine.
Dei 28 casi collegati finora al Crossroads Hotel, 14 sono persone che hanno effettivamente frequentato il pub mentre l’altra metà sono coloro che sono stati in contatto con i primi.
La premier dello Stato, Gladys Berejiklian, ha annunciato martedì che, in risposta al focolaio, verrà implementato un limite di 300 persone negli spazi al chiuso di pub e hotel, indipendentemente dalla loro capienza.
Il limite invece stabilito per le prenotazioni sarà di 10 persone.
“È ormai evidente… dobbiamo prendere ulteriori misure per limitare le attività ad alto rischio [di contagio]” ha dichiarato la premier in conferenza stampa a Sydney.
“Le attività indoor dove le persone non sono sedute sono ad alto rischio sanitario perché aumentano le possibilità di trasmissione”.
Sarà obbligatorio per i pub e gli hotel scaricare e registrare il COVID-19 Safe Plan e prendere nota dei contatti di tutti i clienti.
Ai locali con una capacità di oltre 250 persone, verrà richiesto di avere sul posto un commissario a tempo pieno che si occupi di far rispettare le linee guida sulla sicurezza legate al COVID-19.
Tali modifiche, decise durante una riunione dei principali ministri del governo lunedì sera, non si applicano a discoteche, ristoranti e al The Star Casino.
Nel frattempo martedì il governo del Queensland ha definito i comuni di Liverpool e Campbelltown come hotspot di COVID-19.

NSW Premier Gladys Berejiklian looks on during a press conference in Sydney, Sunday, July 12, 2020. Source: AAP
Ai residenti di queste zone che cercheranno di entrare nello Stato verrà vietato l'ingresso, mentre coloro che risiedono in Queensland saranno obbligati a trascorrere 14 giorni di quarantena in albergo al loro ritorno a casa.
Tutti coloro che hanno frequentato il Crossroads Hotel tra il 3 e il 10 luglio devono autoisolarsi, ed è richiesto loro di sottoporsi al test per il coronavirus il prima possibile.
Nel frattempo sono state avviate le indagini per risalire all’origine del focolaio.
La polizia sta collaborando con l'ente di controllo Liquor and Gaming del NSW per scoprire se il pub abbia violato le linee guida sulla sicurezza.
Una delle persone risultate positive e legate al focolaio del Crossroads Hotel ha visitato la casa di riposo Prestons, che ora si trova in isolamento.
Secondo il dottor Chant non c’è alcuna evidenza della presenza del virus nella struttura, ma le autorità sono in stato di massima allerta.
Un’altra delle persone contagiate lavorava al Kmart presso il Casula Mall ed il negozio è stato sottoposto ad una disinfestazione dei locali. I dipendenti ed i colleghi sono ora in auto-isolamento.
Uno dei casi confermati lunedì, collegato al pub di Casula, è stato anche al The Star il 4 luglio.
Il dottor Chant ha spiegato che anche altri locali di Sydney potrebbero essere stati esposti al virus tra il 27 giugno ed il 10 luglio, a seguito della frequentazione di alcuni clienti collegati al focolaio.
Tra questi vi sono il Picton Hotel, la palestra Planet Fitness a Casula, il Canterbury Leagues Club, il Narellan Town Centre ed il Zone Bowling di Villawood.
Le autorità sanitarie del Victoria hanno inoltre confermato che due residenti sono risultati positivi dopo aver viaggiato a Merimbula, località nella costa meridionale del New South Wales.
I residenti della zona metropolitana di Melbourne devono restare a casa e possono uscire solo per acquistare cibo e generi di prima necessità, per lavorare, studiare, fare esercizio oppure prestare o ricevere assistenza. Si consiglia di indossare mascherine in pubblico.
Le persone in Australia devono stare ad almeno 1,5 metri di distanza dagli altri. per verificare i limiti imposti sugli assembramenti.
Se avete sintomi da raffreddore o influenza, richiedete di sottoporvi ad un test chiamando telefonicamente il vostro medico, oppure contattate la hotline nazionale per le informazioni sul Coronavirus al numero 1800 020 080.