Se sei vittima di violenza domestica e titolare di un partner visa "c’è una via d'uscita"

Ecco come le disposizioni speciali sulla violenza familiare hanno permesso a Sara di uscire da una relazione violenta con il proprio sponsor e nonostante ciò ottenere la residenza permanente.

woman walking alone

Source: Sebastian Voortman/Pexels

Sara* arrivò dall'Italia con un visto da studente. All'epoca non aveva nessuna intenzione di intraprendere una relazione.

Poi però un uomo estremamente gentile e premuroso arrivò nella sua vita. 

Dopo circa un anno di relazione, cominciò a controllarla psicologicamente. 

Successivamente passò alla violenza fisica.
"Se non volevo fare quello che voleva lui urlava come un pazzo, mi strattonava, mi buttava contro i mobili".

"All'inizio io provavo a ragionarci perché non l'ho mai avuta un'esperienza così in vita mia. Ma era peggio, perché poi mi tirava oggetti". 

Diverse volte Sara ebbe paura di morire, ma non osò mai dire niente a nessuno, un po’ per vergogna, un po’ perché comunque amava questo personaggio dai due volti — ma anche per paura di perdere il visto. 

"Lui aveva una rabbia spaventosa... Ma io temporeggiavo per via del visto", ha confessato Sara. 

La coppia aveva iniziato le pratiche per fare domanda per un partner visa, ma col tempo Sara ha capito che non poteva continuare così: "mi sono resa conto che rischiavo la vita a stare con lui". 

Sara è fuggita di casa un più volte, e ogni volta ha chiamato il numero .

Gli operatori di supporto sono stati in grado di organizzare per lei un alloggio di emergenza in diverse occasioni.

Un giorno, quando è tornata a casa, suo marito aveva in mano un coltello.

È scappata e ha chiamato di nuovo 1800RESPECT mentre la batteria del cellulare stava per scaricarsi.

L'unico posto in cui gli operatori di supporto potevano richiamarla per aiutarla a organizzare dove dormire quella notte era un "police beat" — ovvero un ufficio con alcuni agenti, non una vera e propria stazione di polizia.
Quindi Sara è entrata e ha aspettato. Dopo un po' che era lì un agente di polizia ha cominciato a chiederle qualche informazione sulla sua situazione e lei con riluttanza ha cominciato a raccontare. 

"Tu a casa non torni", le disse il poliziotto dopo aver ascoltato la sua storia. "Tu vieni in stazione di polizia con noi e indaghiamo su tuo marito. Lo porteremo in una Watching House per una notte," le disse. 

Sara ha raccontato come da quel momento in poi la polizia sia stata di gran supporto. Oltre a mettere in atto un ordine restrittivo, l'hanno aiutata in vari altri modi. 

"Mi hanno portato in albergo", racconta Sara, "sono venuti con me quando mio marito era in custodia per aiutarmi a prendere le mie cose, mi hanno prenotato un servizio di supporto per la violenza domestica".

"Gli assistenti sociali sono venuti all'hotel dove alloggiavo e mi hanno spiegato tutto in merito alla violenza domestica, ai tipi di comportamento", aggiunge.

"Mi hanno dato dei numeri di riferimento perché poi io ero homeless". 

Dopo essersi ripresa dal trauma, trascorsi un paio di mesi, con l'aiuto di assistenti sociali specializzati nel campo della violenza domestica Sara ha fatto domanda per un visto permanente, ai sensi delle disposizioni sulla violenza familiare.


Tre mesi dopo, ha ricevuto il visto permanente ed è rimasta davvero stupita dalla velocità con la quale le autorità hanno approvato la sua domanda. 

"Mi hanno dato la residenza permanente quasi per dire: 'Ci prendiamo la responsabilità di quello che è successo e ti diamo quello che ti spetta'", ha detto.

Disposizioni speciali sulla violenza familiare

ll Dipartimento degli affari interni afferma di aver investito 1 miliardo di dollari dal 2013 per arginare il problema della violenza domestica e familiare in Australia. 

Le disposizioni speciali sulla violenza familiare nelle legge sull'immigrazione consentono alle vittime di violenza familiare che hanno richiesto il visto partner di accedere alla residenza permanente.

"Ci sono disposizioni sulla violenza familiare nei regolamenti sull'immigrazione che consentono ai titolari di visto partner temporaneo in Australia di ottenere la residenza permanente se la loro relazione si è interrotta e hanno subito violenze domestiche o familiari perpetrate dallo sponsor", ha detto un portavoce del Dipartimento.

"Negli ultimi cinque anni, in base a queste disposizioni, abbiamo concesso visti permanenti a 2450 vittime di violenza domestica".

Il portavoce ha aggiunto che le vittime che sono titolari di un partner visa potrebbero qualificarsi per lo "Special Benefit" attraverso Services Australia.
Secondo Michal Morris, amministratrice delegata di InTouch Multicultural Center Against Family Violence, molte persone non sono al corrente dell'esistenza di questo visto. 

"Molte persone non sanno dell'esistenza di questo visto o di come fare per avere successo in questa domanda", ha affermato Morris. 

Per poter fare domanda per questo tipo di visto bisogna dimostrare di essere in una relazione legittima e di essere state vittima di violenza familiare. 

Ma, secondo Morris, dimostrare di essere state vittime di violenza domestica può essere molto difficile per persone che non hanno mai riferito i fatti alla polizia, spiega Morris. 

Ora Sara incoraggia tutte le altre vittime di violenza domestica a non tacere. 

"Tutti i giorni lui cercava di farmi sentire mancante, non sufficiente, mentre lui era sempre al centro dell'attenzione. Io non esistevo più", ricorda. 

"Anche quando ero dalla polizia ero terrorizzata per lui". 

"Poi gli assistenti sociali un giorno mi dissero: 'Ricordati che tu sei cara alla tua famiglia e se dovesse succedere qualcosa a te porterebbe delle conseguenze sui tuoi cari'. Questo mi face capire che anche la mia vita era altrettanto importante".  

Riferire gli eventi alla polizia è anche il consiglio di Francesca*, che dopo vari anni in una relazione violenta, e dopo aver rischiato la vita diverse volte, ha deciso di andarsene senza mai fare denuncia. 

"Fai denuncia immediatamente, non giustificare, non stare in silenzio, perché se non sei tu sarà un'altra donna e ci può scappare il morto". 

"E poi, innescato il cerchio della violenza, non si scappa più e peggiora". 

Secondo i dati pubblicati nel 2018 dall'Australian Institute of Health and Welfare (AIHW), in media, in Australia, ogni settimana una donna viene uccisa da un ex o dall'attuale fidanzato. Anche gli uomini sono vittima di violenza domestica e in Australia ne muore uno al mese, secondo i dati dell'AIHW. 

Il 6 ottobre 2020, come parte delle misure annunciate nel budget, il governo ha annunciato 6.4 milioni di dollari di fondi extra per assumere dei Community Liaison Officers in più da aggiungersi agli attuali 29 per facilitare la comunicazione con vittime di violenza domestica provenienti da comunità multiculturali.  

Se tu o qualcuno che conosci è vittima di violenze familiari, telefona al . Per consulenza, consigli e supporto per uomini che hanno problemi di rabbia, relazione o genitorialità, si consiglia di chiamare il al numero 1300 766 491.

*Questi nomi sono stati cambiati per proteggere le vittime. 

Le persone in Australia devono stare ad almeno 1,5 metri di distanza dagli altri. Controllate le restrizioni del vostro stato per verificare i limiti imposti sugli assembramenti. L'elenco completo delle misure restrittive è disponibile qui: 

Se avete sintomi da raffreddore o influenza, state a casa e richiedete di sottoporvi ad un test chiamando telefonicamente il vostro medico, oppure contattate la hotline nazionale per le informazioni sul Coronavirus al numero 1800 020 080. 

Notizie e informazioni sono disponibili in 63 lingue all'indirizzo 

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Published 25 November 2020 10:30am
By Chiara Pazzano


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