Daniel Andrews si scusa dopo la pubblicazione del rapporto sugli errori del programma di quarantena del Victoria

Dopo 800 morti, mesi di udienze, 63 testimoni e tre dimissioni di figure di alto profilo, è stato pubblicato il rapporto finale di 500 pagine dell'inchiesta sul programma del Victoria di quarantena negli hotel.

Victoria's hotel quarantine bungle

Source: AAP

L'inchiesta sulla quarantena negli hotel nello stato del Victoria non è stata in grado di identificare il responsabile della decisione fatale di utilizzare guardie di sicurezza private nel programma.

La seconda ondata di coronavirus nello stato, che ha provocato oltre 18.000 nuove infezioni e 800 morti, viene fatta risalire alle guardie di sicurezza che lavorano negli hotel Rydges on Swanston e Stamford Plaza a maggio e giugno.

Nella relazione finale dell'inchiesta, presentata lunedì in parlamento, il giudice in pensione Jennifer Coate conclude che la decisione di assumere guardie di sicurezza private "non è stata presa da una solo “persona”.

Coate sostiene che c'erano persone “influenti” che hanno contribuito al “raggiungimento di un accordo secondo cui sarebbe stata utilizzata la sicurezza privata”.

“Questa intesa è poi diventata la decisione adottata e messa in atto” durante una riunione del centro di controllo statale nel pomeriggio del 27 marzo, il giorno prima dell'inizio del programma di quarantena.
La riunione è stata presieduta dal Commissario per la gestione delle emergenze Andrew Crisp e vi presero parte agenti di polizia e funzionari pubblici del Victoria.

Prima dell'incontro, Jennifer Coate ha detto che era stato consultato l'allora capo-commissario di polizia Graham Ashton, il quale “espresse la sua preferenza verso la sicurezza privata per svolgere tale ruolo, mentre la polizia del Victoria avrebbe dovuto fornire il suo sostegno [alle operazioni]”.

La posizione dell’ex commissario Ashton, riferita dagli alti ufficiali di polizia alla riunione del centro di controllo statale, è stata “chiaramente convincente” per gli altri presenti.

“Non essendoci stata alcuna discussione o dissenso particolare, questo ha messo in moto le azioni, quella sera, da parte del DJPR [il Dipartimento del lavoro, dei distretti e delle regioni] per avviare un impegno contrattuale con tre società di sicurezza”, si legge nel rapporto.

La magistrata Coate ha reso noto che durante la riunione non è stato preso in considerazione l'utilizzo del personale dell’Australian Defence Force per l'esecuzione delle decisioni.
Jennifer Coate ha concluso dicendo che molto probabilmente il personale dell'ADF sarebbe stato disponibile per l'assistenza negli hotel per la quarantena a partire dall'8 aprile, anche se non è stata in grado di stabilire se la loro presenza avrebbe eliminato la necessità di guardie di sicurezza private.

“Sembra molto probabile, visti i modelli adottati nel NSW e nel Queensland, che se l'ADF fosse stata disponibile, avrebbe potuto solo integrare, piuttosto che sostituire, la forza lavoro per la sicurezza”, ha scritto.

La giudice ha detto inoltre che la decisione di utilizzare le guardie non è stata presa a livello ministeriale, scagionando di fatto il premier Daniel Andrews, l'ex ministra della salute Jenny Mikakos e i ministri Lisa Neville e Martin Pakula.

“L'applicazione della quarantena era un elemento cruciale del programma che il premier voleva adottare in Victoria, ma né lui né i suoi ministri avevano alcun ruolo attivo o di supervisione sulla decisione di come implementare tale direttiva”, si legge nel rapporto.

Jennifer Coate ha dichiarato che nessuno dei 70.000 documenti consegnati durante l'inchiesta “ha dimostrato una logica contemporanea nella decisione di utilizzare la sicurezza privata come primo livello di applicazione del provvedimento, e nemmeno l'approvazione di tale logica ai livelli superiori del governo”.

“Una tale scoperta probabilmente sarebbe uno shock per il pubblico”, si legge nel rapporto.
La giudice ha proseguito sostendo che il ruolo svolto dalle guardie di sicurezza nel programma è stato “lasciato vago sin dall'inizio ed è stato, in definitiva, un ruolo non adatto, senza un attento monitoraggio e senza una formazione estesa e continua per il gruppo di guardie coinvolte".

"Non è stata presa in considerazione l'opportunità o le implicazioni dell'utilizzo di una forza lavoro in gran parte precaria in un ambiente in cui il personale aveva un'alta probabilità di essere esposto al contagio di COVID-19", ha affermato la giudice Coate nel rapporto.

“Questo, ovviamente, ha avuto diversi impatti sulla diffusione del virus”.

Il rapporto ha anche rilevato che il ministero della salute e dei servizi umani (DHHS) non ha accettato il suo ruolo di principale dipartimento responsabile per la gestione del programma.

“Questo ha fatto fermentare il disastro che poi tragicamente si è verificato”.

Jenny Mikakos e due alti funzionari pubblici si sono già dimessi per lo scandalo della quarantena negli hotel, mentre un programma di ripristino è iniziato all'inizio di questo mese.

Il premier lunedì si è scusato per gli “errori molto evidenti” commessi durante il programma.

“Se potessi tornare indietro nel tempo e ricevere rapporti quotidiani su ciò che accade durante la quarantena in hotel come avviene ora, ovviamente lo farei”, ha dichiarato.

“Ma nessuno di noi ha la capacità di cambiare la storia. Possiamo solo imparare la lezione e assicurarci che le riforme e i cambiamenti essenziali siano fatti per ridurre le probabilità che questo tipo di errori possa mai ripetersi".

Daniel Andrews ha dichiarato che il governo intende accettare tutte le raccomandazioni formulate nella relazione, dopo un'ulteriore considerazione durante il periodo estivo.

“Il mio impegno non si limita solo al chiedere scusa - le scuse sono molto importanti, soprattutto quando lo dici sul serio - ma anche nell'offrire il mio impegno per assicurarci di fare tutto il possibile per imparare la lezione”, ha detto.

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Published 21 December 2020 4:54pm
By Maurizia Tinti
Source: AAP, SBS


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