È rimasta 11 giorni in balia delle onde dell’Oceano Indiano per poi essere salvata dall’Australian Border Force. È la storia di Chiara Giulianini, una ragazza di 25 anni, originaria di Forlì, dove faceva la bartender, partita per l’Australia un anno e mezzo fa, con la voglia di avventura e di un lungo viaggio prima in van e poi in catamarano.
Dopo aver attraversato in lungo e in largo l’Australia, Chiara ha deciso di partire per l’Indonesia per dedicarsi alla sua grande passione: le immersioni subacquee. “A Gili ho incontrato un ragazzo – spiega – che mi ha proposto una traversata a bordo di una barca a vela da Kupang a Darwin, insieme a quello che doveva essere un capitano con un’esperienza di oltre 40 anni”. Non tutto è andato per il verso giusto però. “Peccato che lo skipper si è dimenticato che in quel periodo dell’anno il vento era contrario – aggiunge – costringendoci quindi a procedere a zig zag. I giorni di navigazione sarebbero dovuti essere tre, al massimo quattro, ma dopo 11 giorni eravamo ancora nel bel mezzo dell’Oceano Indiano, dove le onde erano alte più di cinque metri”.
Chiara a tratti ha temuto di non farcela. “All’inizio ero un po’ spaventata – dice – poi ho visto che gli aerei dell’Australian Border Force hanno cominciato a sorvolare la nostra imbarcazione fin dal terzo giorno. Quindi ho capito che se avessimo lanciato il may day ci avrebbero soccorso, ma al capitano sarebbe stata confiscata la barca. Così abbiamo atteso, ma ci siamo ritrovati senza benzina e le provviste cominciavamo a scarseggiare e a quel punto io e l’altro ragazzo siamo stati soccorsi e scortati fino a Darwin dalla polizia di frontiera”.
Chiara ammette che non si è trattato di un’esperienza positiva. “Sono quelle avventure belle da raccontare dopo – dice – ma nel mentre è stato pesante: io non ho mangiato per 11 giorni, ho avuto mal di mare ed ero distrutta”. Per fortuna è finita bene e Chiara ha ricominciato a viaggiare per l’Australia, tra vacanze, lavoro ed esperienza in farm, con compagni di viaggio incontrati lungo il cammino.
“Viaggiare da soli non significa stare da soli – conclude - e poi le disavventure capitano sempre, la differenza la fa il modo di affrontarle. Io ho imparato che esperienze negative spesso portano con sé qualcosa di buono”.
Ecco alcune foto del viaggio australiano di Chiara.