Restituisce la sabbia del deserto, 20 anni dopo il suo viaggio in Australia

Una turista italiana ha "restituito" la sabbia di Uluru, accompagnandola con una lettera in cui esprime il suo penrimento per averla portata via.

Uluru

Uluru, also known as Ayres Rock, pictured in afternoon light, in the Northern Territory. Source: AAP

Alessandra Pusceddu ha visitato l'Australia per la prima volta alla fine degli anni '90, ma ha ancora un ricordo molto vivido dell’esperienza:

“Sono stata in Australia parecchi anni fa ed è stato un viaggio bellissimo. La cosa che mi aveva colpito di più allora erano stati i colori, il rosso del deserto australiano, i colori delle montagne…”

Alessandra venne talmente ‘colpita’ dal colore del deserto che, durante una gita all’Uluru-Kata Tjuta National Park, decise di riempire una bottiglietta di plastica con la sabbia e tenerla come ricordo.
The bottle of sand
The bottle of sand Source: Courtesy of Leo Muscetta
Per quasi trenta anni, la bottiglietta di plastica è rimasta sugli scaffali della libreria di Alessandra a Roma:

“Ogni tanto la guardavo ma non osavo aprirla, mi sentivo davvero pentita. Secondo me, anche le rocce e le pietre devono rimanere nel loro contesto per tutto quello che rappresentano, sia da un punto di vista della natura sia anche culturale. In particolare in un luogo sacro come Uluru”, ha continuato, “anche se potrebbe sembrare una gocciolina (nel mare), è un modo di depredare il territorio”.

Venuta a conoscenza dell’imminente partenza per l'Australia di un caro amico, Leo Muscetta, Alessandra capisce di trovarsi di fronte all’occasione giusta per “rimettere le cose a posto.”

“Abbiamo scritto con Leo una dichiarazione di pentimento per accompagnare il percorso di restituzione” ha raccontato Alessandra a SBS Italian.

Ascolta l'audio con l'intervista ad Alessandra e Leo qui:

LISTEN TO
Uluru's sand, Alessandra and Leo image

La sabbia di Uluru, Alessandra e Leo

SBS Italian

12:17
Al momento dell’arrivo in Australia, Leo ha consegnato la bottiglietta e la lettera agli ufficiali della dogana di Perth.

“Sapendo che i doganieri in Australia sono piuttosto ligi e severi” Leo non sapeva cosa aspettarsi, racconta.

"Ma quest'uomo e questa donna australiani sono stati molto attenti. Hanno preso la bottiglietta e con un setaccio hanno rimosso dei frammenti di legno e di foglie. Poi, hanno rimesso la sabbia nella bottiglietta e me l’hanno riaffidata”.
The “declaration of repentance”
The “declaration of repentance” Source: Courtesy of Alessandra Pusceddu
Dopo alcune settimane di viaggio, Leo arriva finalmente a Uluru e “libera la sabbia” pronunciando queste parole:

"Alessandra,
Il nostro viaggio sta giungendo al termine e così anche il viaggio della tua bottiglietta.
Per troppo tempo i granelli di sabbia sono stati confinati, intrappolati, rinchiusi e segregati.
Senza vedere un’alba né un tramonto.
Senza avvertire il picchiettare della pioggia di aprile né il vento dell’ovest che rimescolandoli poteva creare nuove forme e nuove sfumature di colori.
Ecco si sta chiudendo il cerchio.
Il tempo sta arrivando.
La terra rossa di Australia sta tornado alle sue origini, come vogliono gli aborigeni e noi con loro.
Nessun granello di questa sabbia deve essere perso e tutto ritornerà nel suo canto, qualunque esso sia.
Ci piace sapere e ricordare che lo abbiamo riportato a casa dove riprenderà la sua storia".
Il gesto di restituzione ha avuto luogo negli stessi giorni in cui è stata varata dal governo australiano la decisione di chiudere per sempre la montagna sacra di Uluru agli scalatori, come richiesto decenni fa dagli aborigeni Anangu, custodi della montagna.
Alessandra ha deciso di raccontare la sua storia perché fosse d’esempio.

“Trenta anni fa, non avevo la stessa consapevolezza né ambientale, né culturale. La restituzione della sabbia mi ha fatto sentire bene e ne sono stata felicissima”.

“Sono sarda e mi dispiace tantissimo quando le persone si portano via dalle spiagge i minerali, le conchiglie o la sabbia. Negli ultimi anni c’è stata una mobilitazione per facilitare il rientro proprio della sabbia sarda”, ha aggiunto Alessandra.

Il 28 Ottobre 2019, a Cagliari, due turisti francesi sono stati fermati dalla Guardia di Finanza all'imbarco del loro traghetto: nel bagagliaio custodivano 40 kg di sabbia rubata.

Si tratta dell’ennesimo episodio di furto dall’inizio dell’estate avvenuto sull’isola.

“Bisogna cambiare lo spirito del viaggio, saper osservare la natura conservando i ricordi delle nostre esperienze non gli oggetti” ha concluso Alessandra “riportare la sabbia è stato per me un atto simbolico, per rimettere a posto le cose”.

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Published 31 October 2019 1:11pm
Updated 17 January 2020 2:42pm
By Francesca Valdinoci


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