AFL player's Italian surname creates controversy

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Essendon forward Orazio Fantasia

Essendon forward Orazio Fantasia Source: AAP

È una situazione tipica di molti immigrati in Australia quella di trovarsi il proprio nome o cognome storpiato e mal pronunciato.

Il pilota ora in forza alla Renault Daniel Ricciardo per esempio da anni viene australianizzato in Ricardo, con buona pace della pronuncia italiana.

L’ultimo caso riguarda l’AFL, e al centro dell’attenzione c’è l’atleta di origine italiana .

Fin dall’esordio nel football, il suo cognome è stato australianizzato in 'Fan-tay-sha', seguendo una tradizione consolidata nelle cronache sportive.

Il dibattito intorno al suo nome parte durante il pre-gara di venerdì scorso, quando il cronista Hamish McLachlan ha chiesto al capitano di Essendon Dyson Heppell come si pronunciasse il cognome del compagno di squadra Fantasia. Dopo aver appreso la corretta pronuncia italiana, il team di commentatori di Channel Seven ha proseguito utilizzandola per tutto il resto della telecronaca.

Ma il giorno dopo, il commentatore di AFL Brian Taylor ha scatenato il dibattito con la sua presa di posizione.
"We don't pronounce Italian names in Australia in the full Italian way”, Brian Taylor
In un podcast su Triple M, il commentatore ha dichiarato di voler continare a chiamarlo 'Fan-tay-sha', visto che siamo in Australia e “non pronunciamo i nomi italiani nel modo italiano”. Taylor ha aggiunto poi che i commentatori “lo pronunciano all’australiana e che continueranno a farlo”, questo nonostante il chiarimento sulla corretta pronuncia.

Da parte sua, Orazio ha fatto sapere tramite una portavoce dell’Essendon Football Club di non avere problemi con la pronuncia australiana, esattamente come in passato aveva fatto Daniel Ricciardo. Il pilota addirittura aveva dichiarato che la versione ‘Ricardo’ .

Ma la posizione impenitente di Taylor ha scatenato il dibattito, soprattutto in considerazione del fatto che il nome Fantasia non pone alcun problema di pronuncia per gli australiani.
“Constant mispronunciation often sits somewhere between ridicule and casual racism”, Angela Pippos
, Angela Pippos sostiene che i migranti rinunciano al loro nome per convenienza e praticità, ma soprattutto per il desiderio di venire accettati.

Secondo la giornalista, pronunciare sempre in modo sbagliato un nome si posiziona tra l'intenzione di ridicolizzarlo ed il razzismo casuale.

La pratica mostrerebbe che ci sono ancora “strascichi culturali del passato che non se ne vanno – e pronunciare male i nomi stranieri fa parte di essi”.

“Se qualcuno vi dice come pronunciare il suo nome, fatelo e basta”, invoca la giornalista. “È il loro nome. Non il vostro. Voi dovete adeguarvi”.

 


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By Carlo Oreglia


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